martedì 31 marzo 2009

GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #14

(Ipsen innocente assassino di massa viene orrendamente condannato alla fucilazione dopo essere caduto in un tranello a fronte di quella cosa a cui ogni uomo non può resistere: l’offertona a Mediaword)


Ipsen: «Non ci posso credere che mi hai condannato a morte!»

Acheio: «Ehi! Le regole sono le regole, qui stiamo solo cercando di mantenere viva l’atmosfera decadente e tragica propria dei romanzi russi del diciannovesimo secolo»

Ipsen: «E perché hai un Ipod?»

Acheio: «Perché le notti russe sanno essere eterne senza i Sum41»

Ipsen: «I Sum41?

Acheio: «I Sum41»

Ipsen: «Non è quella band per ragazzine che…»

Acheio: «A morte!»

Ipotenusa: «Ti prego, Acheio! Ragiona! Ipsen è tuo collega…e tuo amico…»

Ipsen (con vocina acuta): «Guardate sono il comandante bolscevico che si ascolta tutta la colonnina sonora di O.C.»

Ipotenusa: «…e…e ti vuole bene…e se tu gli dai fiducia vedrai che…»

Ipsen (con voce ancora più acuta): «E adesso mi ascolto i Thirty Second to Mars e adesso mi ascolto Anna Tatangelo, e ho il posterino di Justin e…»

Acheio: «A morte»

Ipotenusa: «Siamo seri…se lo uccidi qui, lui non torna indietro. Lo hai sentito lo Scrittore. Chi muore nella storia, muore fuori dalla storia. E l’unico che ha una vita fuori dalla storia di noi è proprio lui. Non puoi fargli questo. Guardalo negli occhi, guardalo negli occhi e condannalo a morte, in questa esistenza e nell’altra»

Ipsen: «E puccipuccipù sono Acheio ballerina volant…»

Ipotenusa: «Zitto»

Acheio: «E va bene. Credo che il regolamento preveda in alternativa alla fucilazione lotta mortale impari per il sollazzo delle truppe»

Ipsen: «Le parole “mortale” e “impari” stanno diventando ridondanti. Contro chi mi devo battere?»

(Sedici secondi dopo)

Annunciatore: «All’angolo destro il nostro sfidante, il traditore della sua gente, distruttore della sua patria, squartatore di valori, dignità, morale, viscido schifoso…»

Ipsen: «Va bene, va bene. Faccio schifo, vada avanti»

Annunciatore: «…e all’angolo sinistro, Mingherlino Andrej, un metro e sessantadue per cinquantaquattro chili, nessun titolo vinto, nessuna conoscenza di stili di combattimento, nessuna esperienza sul campo di battaglia…»

Ipsen: «Bé mi è andata bene…»

Annunciatore: «…lui arbitrerà l’incontro. A disputarlo il nostro campione, la belva, l’assassino di Rostov, il massacratore degli Urali, il demone Siberiano: Permalosissimooooo Georgo!»

Ipsen: «Sto rivalutando la fucilazione…»

Acheio: «Effettivamente l’incontro non comincia ufficialmente finché non suono questo gong»

Ipsen: «Ah, che fortu…»

Acheio: «Ding!»