domenica 26 aprile 2009

PATTINI E DEMONI #1

(Plot: Parigi, giorni nostri. Un brutale omicidio viene commesso nottetempo nel museo del Louvre. Apparentemente un poveraccio è stato sodomizzato con lo stracchino di Nonno Nanni, in realtà la faccenda è ben più grave e foriera di terrificanti misteri. Acheio Langdon, professore di una scuola serale vicino ad Harvard, noto conoscitore di formaggi e autore della rinomata tesi: “La caciotta e lo Spirito Santo, una storia che si ripete”, viene subito chiamato sul luogo per un perizia. A lui l’ingrato compito di scoperchiare un vaso di pandora contenente verità per cui l’uomo, forse, non è ancora pronto. Possibili temi: thriller, mistero, complotti a sfondo religioso, gli angoli oscuri della caseificazione, ombre gettate sulla bibbia e subito raccolte, fare tanti soldi con poco lavoro, romanzaccio da autogrill, i gonzi che se lo leggono tutti in spiaggia, un film dello scadentissimo Ron Howard, soldi, figa, soldi, figa, tanta, tantissima blasfemia.

Ipsen: «Nessuno mi aveva parlato di blasfemia!»

Scrittore: «Qualche problema?»

Ipsen: «Eh direi! Io sono molto religioso! Mi rifiuto di prendere parte a questa farsa!»

Scrittore (colpendolo con un martello): «Shazaam!»

Ipsen (rivolgendosi all’attico): «La madonna (splendida splendente

Scrittore: «Questo è lo spirito!»)


(Un uomo in giacca e cravatta, le braccia incrociate dietro la schiena, osserva pensieroso una sala del Louvre. Si volta drammaticamente quando viene chiamato.)

Direttore del museo: «Professor Langdon. La stiamo aspettando tutti.»

Acheio: «Ancora un attimo, la prego...voglio rimanere un po’ solo con il cadavere…»

Direttore del museo: «Uhm…signor…signor Langdon, il cadavere è nell’altra stanza…»

Acheio: «E io cosa sto tastando…»

Direttore del museo: «Un turista americano signore»

Acheio: «Ah sì? Perché lei non mi ha detto niente?!»

Turista americano: «Ha un tocco così delicato»

Acheio: «Mi deve scusare…è la prima volta che mi chiamano per un lavoro come questo, di solito la mia consulenza è richiesta per ben altro, sono un esperto di antichi manufatti, archeologia, simbologie antiche e stili millenari perduti nelle sabbie del tempo…»

Direttore del museo: «La capisco professore, ma è davvero un caso particolare, cerchi di fare il possibile, anche se sappiamo entrambi che il suo campo è ben altro…»

Acheio: «Ha ragione…ad esempio, guardi questo splendido esempio di arte Sumera. Gli intarsi, il motivo che si ripete, questa apertura al centro, questi oggetti disposti apparentemente a caso, ma che nascondono ognuno una sua logica, ognuno un suo perché. Ammiri, le antiche pietre sembrano parlare, senta, si può quasi sentire l’odore che proveniva da quei luoghi. A noi non restano che le domande. Che cos’era? A cosa serviva? Forse un bagno pubblico, una scuola, un’accademia militare, forse era…»

Direttore del museo: «E’ la caffetteria del museo, professore»

Acheio: «Non dica sciocchezze! Non c’era il caffè al tempo dei Sumeri! La sua ignoranza è ributtante! Ora, se mi fa un macchiatone in tazza grande, si può andare a vedere il morto con la forma di formaggio nel sedere…»

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