MERCOLEDI’ A TEATRO #1
(Palco, poltrone imbottite, luci di scena)
Ipsen: «Che diavolo…hanno smesso di bombardare…ehi! Dove sono? Che posto è questo?»
Scrittore: «Benvenuto nel magico mondo del teatro»
Ipsen: «Sei ubriaco?»
Scrittore: «Ahaha, se bere alla fonte dell’eloquenza, pasteggiare con pathos, versarmi intrecci di trame amorose e lunghi boccali di drammi ben temperati, se dissetarmi con l’amabile commedia o l’astioso intreccio litigioso, se assecondare la mia sete di teatralità e ingollare litri e litri di alcool denaturato vuol dire essere ubriaco, allora ammetto con gioia la mia colpa e faccio ammenda dell’ebbra felicità che essa mi concede!»
Ipsen: «Dai che andiamo in pronto soccorso…(prendendo il telefono) il numero è sempre salvato sull’uno vero?»
Scrittore: «Stolto ragazzo! Io rido adesso e gli storici rideranno in futuro. Ho deciso di interrompere momentaneamente il massacro di carne e sangue che è Kaboom per introdurre questa nuova rubrica a cadenza settimanale into la quale presenteremo ogni mercoledì, lo giorno d’Odino, un opera originale di me stesso medesimo»
Ipsen: «Into la quale?»
Scrittore: «Ma sì, ma sì, linguaggio forbito, arzigogoli letterari! Non sia così chiuso!»
Ipsen: «Arzigogoli?»
Scrittore: «Si apra il sipario!»
IL RE E LE VARIE FACCENDE CHE MINACCIAVANO LA SUA TERRA IN UN DATO PERIODO DI TEMPO.
(Dramma in tre atti con finale a sorpresa)
Atto I
Re: «La mia terra è minacciata da un demone squamoso dalle fauci ardenti, gli occhi di brace e l’odoroso lezzo del demonio!»
Valletto: «Un drago?»
Re: «Sì»
(Escono tutti)
Atto II
Re: «Debbo andare a sconfiggere lo demone squamoso nelle cui fauci ardenti mille e mille dei miei campioni sono periti e i cui occhi di brace e l’odoroso lezzo del demonio che lo ammorbano si dispiegano nelle mie campagne con la forza di un pestifero male»
Valletto: «Il drago?»
Re: «Sì»
(Escono tutti)
Atto III
Taclop Taclop
Re: «Eccomi giunto in quel loco ove suole riposare l’immondo creaturo»
Valletto: «Il…»
Re (puntandogli la spada): «Zitto. Orbene…è giunto lo momento del confronto. Entrerò in codesta buia caverna e lo affronterò. L’unico mio rimpianto è dover perire, se ciò Si vorrà, lo stesso giorno della mia nascita. Non importa! Questo ed altro per lo mio regno!»
(La caverna si illumina di mille luci)
Tutti: «Sorpresa! Buon compleanno!»
Re: «Poffare! Sono gioioso!»
(Escono tutti)
Fine.
Scrittore: «Hai visto che c’era il finale con sorpresa?»
Ipsen (Al telefono): «Dottore, lei mi dice di non preoccuparmi, ma se fosse qui con me…»
Se poter scegliere di morire fosse permesso ordunque solo nelle braccia del vuoto ammirerei cio' che persi e cio' che trovai negl'anni del mio cammino ma solo nel giorno del dì in cui la luce vidi potrei sperare che questo si avveri
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