domenica 15 marzo 2009

GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #1

(Plot: 1917, Russia, dopo il tentativo di controrivoluzione di Kornilov, sventato dall’azione degli operai, a Pietrogrado i bolscevichi, guidati da Trotsky, si convincono che bisogna stringere i tempi per realizzare il passaggio di potere dal governo provvisorio ai soviet, rappresentanti le masse operaie e contadine.

Nel Palazzo d’Inverno, quartier generale del Governo Provvisorio, nessuno sospetta ciò che sta per accadere e che in una fredda notte di novembre, sta per travolgere e mutare per sempre il corso della storia. Meno che meno quell’imbecille del nostro protagonista: Ivan Ipsen, ufficiale delle Guardie Rosse in congedo di maternità. Egli ignorando i potenti tumulti che invadono la città cerca, invano, una notte di caldo sesso a pagamento con la giovane cortigiana Ipotenusa.

Ipotenusa: «Faccio la puttana?»

Scrittore: «Ma no! No, no, no, no, no»

Ipotenusa: «No?»

Scrittore: «Assolutamente no»

Ipotenusa: «Assolutamente no?»

Scrittore: «Assolutamente»

Ipotenusa: «E cosa faccio?»

Scrittore: «La puttana di classe»

Ipotenusa: «Brutto pezzo di mer…»

Possibili temi: dramma collettivo stile Dostoevskij, conflitto sociale e politico, riflessione sull’umana natura durante i grandi drammi umani, analisi delle più inquietanti riflessioni sul futuro sociale di fronte alle azioni del singolo autonominatasi leader, sesso e battute sulla cacca e sul cazzo)


Ipotenusa: «Ufficiale, mi hanno parlato tanto di lei…»

Ipsen (togliendosi la pipa dal naso): «Le assicuro che è tutto vero…»

Ipotenusa: «Compreso il fatto che in battaglia amava amoreggiare con lepri e renne selvatiche?»

Ipsen (borbottando): «C’è una falla nei nostri servizi segreti…»

Ipotenusa: «Che cosa cerca in questa fredda notte, comandante…»

Ipsen: «Un po’ di compagnia, mi sembra ovvio…»

Ipotenusa: «Lo vorrei tanto, ma purtroppo…»

Ipsen: «Oh, su, non si faccia pregare…una donna bella e giovine come lei…»

Ipotenusa: «Non è questo comandante Ipsen...»

Ipsen: «Che forse non mi trovate abbastanza attraente…sappiate che queste cicatrici non le ho volute io, il campo di battaglia pone il suo dazio sui nostri volti come sui nostri cuori…»

Ipotenusa: «Che belle parole…ma non si tratta di questo»

Ipsen: «E di cosa? Che forse non hai udito dei mie grandi trionfi e delle mie numerose vittorie?»

Ipotenusa: «Certamente, ne ho udito grandemente. Sennonché non è neppure questo che ci impedisce di congiungerci…»

Ipsen: «E dunque cosa?»

Ipotenusa: «Vede noi donne…»

Ipsen: «Ahh, voi donne, vi conosco bene io…»

Ipotenusa: «Le assicuro di no. Vede noi donne, per quanto disponibili all’ammore, contiamo certi giorni durante il mese in cui…»

Ipsen: «In cui apparite più maravigliose di quanto già non siate?»

Ipotenusa: «No…durante questi giorni abbiamo un piccolo problema…»

Ipsen: «E’ maritata?»

Ipotenusa: «Maledettoidiota»

Ipsen: «Non capisco»

Ipotenusa: «L’avevo notato. Vede, quando noi…»

Messo di palazzo (entrando nella stanza colmo d’agitazione): «Ribelli in direzione del Palazzo d’Inverno! Rosso! Il rosso avanza nelle strade di San Pietroburgo!»

Ipotenusa: «Appunto»

Ipsen: «Continuo a non capire…»

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