giovedì 9 aprile 2009

GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #17

(Permalosissimo Joe: «Ecco, qui possiamo parlare tranqulli»

Scrittore: «Dimmi tutto»

Permalosissimo Joe: «No…è che, insomma io non sono così…»

Scrittore: «Prego?»

Permalosissimo Joe: «Andiamo! Guarda come mi comporto! Un bruto, per di più senza cervello»

Scrittore: «Sei per otto?»

Permalosissimo Joe: «Novantacinque, ma non è questo l’importante. L’importante è che io ho personalità, sentimenti, emozioni che non mi sembra tu voglia vengano alla luce»

Scrittore: «Ma non è vero…è che i personaggi sono tanti ed è sempre difficile dare a ciascuno sufficiente risalto»

Permalosissimo Joe: «Io…io dipingo!»

Scrittore: «Ma dai!»

Permalosissimo Joe: «Faccio quadri impressionanti»

Scrittore: «Impressionisti»

Permalosissimo Joe: «Come?»

Scrittore: «Dico, quadri impressionisti»

Permalosissimo Joe: «No, no, impressionanti. Eccone uno»

Scrittore: «Aaaah! Mettilo via! Mettilo via!»

Permalosissimo Joe: «Visto?»

Scrittore: «Mi sta tornando su la cena. Senti da quello che ho capito tu vuoi un po’ più di…come si dice?»

Permalosissimo Joe: «Spessore»

Scrittore: «Esatto! Spessore. Un po’ più di spessore al fine di non apparire come un rude idiota capace solo di menare le mani, giusto?»

Permalosissimo Joe: «Giusto»

Scrittore: «Vediamo che si può…»

Ehi! Voi! Che ci fate qui!

Scrittore: «Scusa, dovevamo parlare in privato e abbiamo pensato…»

…andiamo a rompere il cazzo dentro le parentesi tonde! Le mie parentesi tonde! Cristo! Non state neppure parlando in corsivo!

Scrittore: «Dai, non prendertela…fai l’introduzione…»

No che non la faccio! Arrangiatevi!

Scrittore: «Uhm…eh…c’è Ipsen , no? Che è tipo un ufficiale russo nel mille e qualcosa cento che…e poi combatte con uno che è tipo una sfida all’ultimo sangue che poi perde ma lo rifà, ma perde ancora, ma poi forse boh chissà…vabbé…continua…da…circa…dove era finita l’altra volta»

Fai schifo)


Permalosissimo Georgo: «Ti distruggo!»

Ipsen: «Perché sembri più grasso?»

Permalosissimo Georgo: «Perché lo Scrittore mi ha dato…dello spessore!»

Scrittore: «Papaparapapa pà pà!»

Ipsen: «Che tristezza»

Permalosissimo Georgo: «Preparati a soccombere Ivan Ipsen, io sono la forza incarnata della Russia che cambia marcia da uno zar totalitario ad un dittatore totalitario!»

Ipsen: «Fortunelli. Ma mi è sovvenuta un’idea! Mi appello a voi o saggio padre di tutte le Russie, Zar Murdoch, signore delle gelide steppe, una sua parola e io sopravviverò a morte certa contro questo brutale individuo!»

Murdoch: «…»

Ipsen: «Ma come diavolo ha fatto a governare?!»

Permalosissimo Georgo: «Col suo innato carisma! Ora preparati a morire!»

Ipsen: «L’unico mio rimpianto è di essere un inguaribile pacifista. Niente di ciò che farai o dirai potrà far mutare in me il pensiero che la violenza bestiale non ha giustificazione alcuna»

Permalosissimo Georgo: «Non esiste nessun Mac in offerta da Mediaworld»

Ipsen (afferrando una scure): «Lurido infame bugiardo! Ti ammazzo! Io ti ammazzo! Ti strappo gli occhi e ti piscio nel cervello!»

(Otto secondi dopo, sorprendentemente, permalosissimo Joe è a terra e Ipsen troneggia su di lui, la scure alzata pronta a sferrare il colpo)

Ipsen: «Se ora ti uccido verrai cancellato per sempre dalla mente dello Scrittore, diventando il pallido fantasma di un ricordo, ma se non lo faccio sarò io a morire, nella storia come nella vita. Che debbo fare? Quasi, quasi grido, sferro il colpo e a metà si interrompe il capitolo» (sferrando il colpo) «Uaaaaarghhhh!»

Scrittore: «Suspance!...ahia…non s'era detto “a metà si interrompe”?! Qualcuno ha un laccio emostatico? Mi sa che sto per svenire…»

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