mercoledì 29 aprile 2009

MERCOLEDI’ A TEATRO #8

OPERETTA LIRICA IN TRE ATTI

(Stefanio, bel giovine dall’ugola dorata, cerca piacere carnale nella notte. E grida. Grida. Grida. Mortacci sua)


Atto I


Stefanio: «Oooooooooo! Giàààààà vedoooooooooo, allaaaaaaaaaa finestraaaaaaaaaa d’orienteeeeeeeeeeeeeeee, giàààààààà vedoooooooooooo! Il mio amoooooooooooooorrrrr! O candidoooo fioooooooooooooorrrrr che t’affacciiiiiiii alllaaaaaaaaaaaaa finestraaaaaaaaaaaaa d’orienteeeeeeeeeeeeee! Splendidooooooo splendenteeeeeeeeeeee (papaparapapà pararapapapapà)! Io giààààààààà ti sentoooooooooo nel mioooooooooo cuooooooooooor d’innamooooooooooratoooooooooo! Orsù esciiiiiiiiiiiiiiii, orsù svelatiiiiiiiii mio fioreeeeeeeeeeeeeee!»

Uomo alla finestra: «Soooooooon l’ingenieeeeeeeeeeer Masetiiiiiiiiiiiiiiii! Perchèèèèè stracazzoooooooo ti gridiiiiiiiiiiiiiiii che son le quattro di mattinaaaaaaaaaaaa e io domaniiiii sono in cantiereeeeeeeeee?»

Stefanio: «Masettiiiiiiii? Questo nome mi giunge nuovooooooooooo, che forse erraiiiiiiiii? E’ l’interno quattrodiciiiiiiiiiiiiii? »

Uomo alla finestra: «Nooooooooo!»

Stefanio: «Noooooooooo?!»

Uomo alla finestra: «Nooooooooooooo!»

Stefanio: «Nooooooooooooooo?!»

Uomo alla finestra: «Noooooooooooooooooo! E’ il dodiciiiiiiiiiiiiiiiiii! Quelli del quattrodiciiiiii sono tutti al mareeeeeeeeee»

Stefanio: «Aaaaaaaah che dolorrrrrr lo mio cuore s’infrange per amoooooooor, quantaaaaaa beltadeeeeeee mi rifuggiiiiiiii o truffaldiiiiiiin destinooooooooooooo!»

Uomo alla finestra: «La figlia è rimasta a casaaaaaaaaaaaaaaaaa!»

Stefanio: «E anche sta sera si pucciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!»


Atto II


Stefanio: «Oooooo mia bellaaaaaaaaaaaaaa, scalai la pericolante grondaiaaaaaaaaaaaa e giunsiiiiii a teeeeeeeee di beltadeeeeeeeeee risplendenteeeeeeeeeeee»

Credenzia: «Aaaaaaaaaaaaa!»

Stefanio: «Ooooooooo amooooooooor, il sentimento purooooooo che provoooooo per teeeeeee è tantooooooooooo, ma era proprio necessariooooo svuotarmiiiiiiiii un tubettoooooooo di spraaaaay al pepeeeeeeee into l’occhioooooooooo?! Che tu forse non riconobbiiiiiiiiiiii la mia voceeeeeeeeeeeee!»

Credenzia: «Nooooo ti riconobbiiiiiiiii e riconobbiiiiiiiiiiii l’aaaaaanticooooooo intentoooooo di strappparmiiiiiii virginaleeeeee virtudeeeeeeeeee»

Stefanio: «Stronza»

Credenzia: «Che paroleeeeeeeeeee son questeeeeeee?!»

Stefanio: «Non ho dettoooooooooo nienteeeeeeeeeeeeee!»

Credenzia: «Miiiiiii parevaaaaaaaaaaa….ma qeeeeeeeestoooooooo èèèèè lo cantooooooooo dell’allodolaaaaaa mattinieeeeeraaaaaaaaaaaaa?»

Stefanio: «Nooooooooo, mio amoooooor, mi sooooon fracassatooooooo l’alluceeeeeeeee sul tuoooooo comodinoooooooo deeeeeeeellaaaaaaaaa miiiiiinchiaaaaaaaaaa! Ooooh gorù!»

Credenzia: «Gorù?»

Stefanio: «Cosa?»

Credenzia: «Hai detto gorù»

Stefanio: «Ma sì è una tipica espressione tardo settecentesca ad evidenziare scoramento e afflizione»

Credenzia: «Te la stai inventando»

Stefanio: «Controlla su internet»

Credenzia: «Controllo sì!»

Stefanio: «Staseraaaaaaa meeeeeeee saaaaaa che non…»

Credenzia: «Non cominciare che poi domani è tutto uno sciroppo per la gola…»


Atto III


Stefanio: «Finalmenteeeeeeeeee decidestiiiiiiiiiii di concedertiiiiiiiiiiii o mieeeeeee steeeeeelleeeeeeee o miaaaaaaa luuuuuunaaaaaaa o mio equiinooooozioooooo»

Credenzia: «Mi concedooooooo a teeeeeeeee, mio signoooooreeeeeee, questo è il mioooooo deeeestinooooooo, questoooooooo è il mioooooo volerrrrrrr»

Stefanio: «Ebbeneeeee!»

Coro: «Ebbeneeeee!»

Stefanio: «Siiii vaaaaa aaaaa cominciaaaaaaar»

Coro: «Siiii vaaaaa aaaaa cominciaaaaaaar»

Stefanio: «Maaaaaa il miooooo misterooooo è chiusooooooooo in meeeeeeeeeee»

Coro: «Maaaaaa il miooooo misterooooo è chiusooooooooo in meeeeeeeeeee»

Stefanio: «Iiiiiiiiiiil nooooome miooooo neeessunnnn sapràààààà no! Noooo!»

Coro: «Iiiiiiiiiiil nooooome miooooo neeessunnnn sapràààààà no! Noooo!»

Stefanio: «Sulllaaaaaaa tuaaaaaaa boooooooooooooooooccaaaaaaa loooooooooo diròòòòò fremeeeeenteeeeee»

Coro: «Sulllaaaaaaa tuaaaaaaa boooooooooooooooooccaaaaaaa loooooooooo diròòòòò fremeeeeenteeeeee»

Credenzia: «Che cos’è sta roba?»

Stefanio: «Cosa?»

Credenzia: «Questi…questi…tizi nella mia camera da letto»

Stefanio: «Non sono tizi, è il mio coro, un coro professionale, Ettore, lì in fondo, ha lavorato con Pavarotti»

Credenzia: «E questo gli da il diritto di vedermi nuda»

Stefanio: «E’ una scena d’amore in lirica, non posso farla da solo degnamente»

Credenzia (sottovoce): «Poco ma sicuro…»

Stefanio: «Come?»

Credenzia: «Detto niente, continua….»

Stefanio: «Dileeeeeguaaaaaaaaa o nooooootteeeeeeeeeeeeeee, tramoooooooooontateeeeeeeeeee stelleeeeeeeeee, all’aaaaaaaalbaaaaaaaaaaa vincerròòòòòòòòòòò! Vinceròòòòòòòòòòòòò! Vinceròòòòòòòòòòòòòòòò!»

Credenzia: «See, magari all’alba, è già tanto se fra cinque minuti non siamo a vederci Studio Sport…perchè mi guardi così? Ah, scusa, volevo dire Studioooooooooooo Spoooooooooooooort»


Ipsen: «Era davvero necessario?»

Scrittore: «Dillo bene»

Ipsen: «Cosa?»

Scrittore: «Ridillo bene o non ti rispondo»

Ipsen: «Uff…eraaaaaaa daaaavveee…»

Scrittore: «Sì»

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