MERCOLEDI’ A TEATRO #8
OPERETTA LIRICA IN TRE ATTI
(Stefanio, bel giovine dall’ugola dorata, cerca piacere carnale nella notte. E grida. Grida. Grida. Mortacci sua)
Atto I
Stefanio: «Oooooooooo! Giàààààà vedoooooooooo, allaaaaaaaaaa finestraaaaaaaaaa d’orienteeeeeeeeeeeeeeee, giàààààààà vedoooooooooooo! Il mio amoooooooooooooorrrrr! O candidoooo fioooooooooooooorrrrr che t’affacciiiiiiii alllaaaaaaaaaaaaa finestraaaaaaaaaaaaa d’orienteeeeeeeeeeeeee! Splendidooooooo splendenteeeeeeeeeeee (papaparapapà pararapapapapà)! Io giààààààààà ti sentoooooooooo nel mioooooooooo cuooooooooooor d’innamooooooooooratoooooooooo! Orsù esciiiiiiiiiiiiiiii, orsù svelatiiiiiiiii mio fioreeeeeeeeeeeeeee!»
Uomo alla finestra: «Soooooooon l’ingenieeeeeeeeeeer Masetiiiiiiiiiiiiiiii! Perchèèèèè stracazzoooooooo ti gridiiiiiiiiiiiiiiii che son le quattro di mattinaaaaaaaaaaaa e io domaniiiii sono in cantiereeeeeeeeee?»
Stefanio: «Masettiiiiiiii? Questo nome mi giunge nuovooooooooooo, che forse erraiiiiiiiii? E’ l’interno quattrodiciiiiiiiiiiiiii? »
Uomo alla finestra: «Nooooooooo!»
Stefanio: «Noooooooooo?!»
Uomo alla finestra: «Nooooooooooooo!»
Stefanio: «Nooooooooooooooo?!»
Uomo alla finestra: «Noooooooooooooooooo! E’ il dodiciiiiiiiiiiiiiiiiii! Quelli del quattrodiciiiiii sono tutti al mareeeeeeeeee»
Stefanio: «Aaaaaaaah che dolorrrrrr lo mio cuore s’infrange per amoooooooor, quantaaaaaa beltadeeeeeee mi rifuggiiiiiiii o truffaldiiiiiiin destinooooooooooooo!»
Uomo alla finestra: «La figlia è rimasta a casaaaaaaaaaaaaaaaaa!»
Stefanio: «E anche sta sera si pucciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!»
Atto II
Stefanio: «Oooooo mia bellaaaaaaaaaaaaaa, scalai la pericolante grondaiaaaaaaaaaaaa e giunsiiiiii a teeeeeeeee di beltadeeeeeeeeee risplendenteeeeeeeeeeee»
Credenzia: «Aaaaaaaaaaaaa!»
Stefanio: «Ooooooooo amooooooooor, il sentimento purooooooo che provoooooo per teeeeeee è tantooooooooooo, ma era proprio necessariooooo svuotarmiiiiiiiii un tubettoooooooo di spraaaaay al pepeeeeeeee into l’occhioooooooooo?! Che tu forse non riconobbiiiiiiiiiiii la mia voceeeeeeeeeeeee!»
Credenzia: «Nooooo ti riconobbiiiiiiiii e riconobbiiiiiiiiiiii l’aaaaaanticooooooo intentoooooo di strappparmiiiiiii virginaleeeeee virtudeeeeeeeeee»
Stefanio: «Stronza»
Credenzia: «Che paroleeeeeeeeeee son questeeeeeee?!»
Stefanio: «Non ho dettoooooooooo nienteeeeeeeeeeeeee!»
Credenzia: «Miiiiiii parevaaaaaaaaaaa….ma qeeeeeeeestoooooooo èèèèè lo cantooooooooo dell’allodolaaaaaa mattinieeeeeraaaaaaaaaaaaa?»
Stefanio: «Nooooooooo, mio amoooooor, mi sooooon fracassatooooooo l’alluceeeeeeeee sul tuoooooo comodinoooooooo deeeeeeeellaaaaaaaaa miiiiiinchiaaaaaaaaaa! Ooooh gorù!»
Credenzia: «Gorù?»
Stefanio: «Cosa?»
Credenzia: «Hai detto gorù»
Stefanio: «Ma sì è una tipica espressione tardo settecentesca ad evidenziare scoramento e afflizione»
Credenzia: «Te la stai inventando»
Stefanio: «Controlla su internet»
Credenzia: «Controllo sì!»
Stefanio: «Staseraaaaaaa meeeeeeee saaaaaa che non…»
Credenzia: «Non cominciare che poi domani è tutto uno sciroppo per la gola…»
Atto III
Stefanio: «Finalmenteeeeeeeeee decidestiiiiiiiiiii di concedertiiiiiiiiiiii o mieeeeeee steeeeeelleeeeeeee o miaaaaaaa luuuuuunaaaaaaa o mio equiinooooozioooooo»
Credenzia: «Mi concedooooooo a teeeeeeeee, mio signoooooreeeeeee, questo è il mioooooo deeeestinooooooo, questoooooooo è il mioooooo volerrrrrrr»
Stefanio: «Ebbeneeeee!»
Coro: «Ebbeneeeee!»
Stefanio: «Siiii vaaaaa aaaaa cominciaaaaaaar»
Coro: «Siiii vaaaaa aaaaa cominciaaaaaaar»
Stefanio: «Maaaaaa il miooooo misterooooo è chiusooooooooo in meeeeeeeeeee»
Coro: «Maaaaaa il miooooo misterooooo è chiusooooooooo in meeeeeeeeeee»
Stefanio: «Iiiiiiiiiiil nooooome miooooo neeessunnnn sapràààààà no! Noooo!»
Coro: «Iiiiiiiiiiil nooooome miooooo neeessunnnn sapràààààà no! Noooo!»
Stefanio: «Sulllaaaaaaa tuaaaaaaa boooooooooooooooooccaaaaaaa loooooooooo diròòòòò fremeeeeenteeeeee»
Coro: «Sulllaaaaaaa tuaaaaaaa boooooooooooooooooccaaaaaaa loooooooooo diròòòòò fremeeeeenteeeeee»
Credenzia: «Che cos’è sta roba?»
Stefanio: «Cosa?»
Credenzia: «Questi…questi…tizi nella mia camera da letto»
Stefanio: «Non sono tizi, è il mio coro, un coro professionale, Ettore, lì in fondo, ha lavorato con Pavarotti»
Credenzia: «E questo gli da il diritto di vedermi nuda»
Stefanio: «E’ una scena d’amore in lirica, non posso farla da solo degnamente»
Credenzia (sottovoce): «Poco ma sicuro…»
Stefanio: «Come?»
Credenzia: «Detto niente, continua….»
Stefanio: «Dileeeeeguaaaaaaaaa o nooooootteeeeeeeeeeeeeee, tramoooooooooontateeeeeeeeeee stelleeeeeeeeee, all’aaaaaaaalbaaaaaaaaaaa vincerròòòòòòòòòòò! Vinceròòòòòòòòòòòòò! Vinceròòòòòòòòòòòòòòòò!»
Credenzia: «See, magari all’alba, è già tanto se fra cinque minuti non siamo a vederci Studio Sport…perchè mi guardi così? Ah, scusa, volevo dire Studioooooooooooo Spoooooooooooooort»
Ipsen: «Era davvero necessario?»
Scrittore: «Dillo bene»
Ipsen: «Cosa?»
Scrittore: «Ridillo bene o non ti rispondo»
Ipsen: «Uff…eraaaaaaa daaaavveee…»
Scrittore: «Sì»
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