venerdì 1 maggio 2009

PATTINI E DEMONI #5

(Acheio tenta di sbrogliare la matassa di misteri ed incoerenza che è la sua vita sessuale. E il suo caso, ovviamente, anche il suo caso…)


Acheio: «Metta la freccia. No! Non così! Ecco adesso acceleri! Non di qui! Di là ci mettiamo meno. Ecco ora dia gas…dia gas…cambi marcia, cambi…perché mi guarda così? Le do fastidio?»

Capo della polizia: «Siamo su un tram, professore»

Acheio: «Non è una scusa per andare piano»

Capo della polizia: «Ha idea di cosa volesse dire quel quadro? Gesù che pattina sul ghiaccio…e sembrava molto antico»

Acheio: «Dice bene. Antico quanto il Cristo stesso»

Capo della polizia: «Cosa sta cercando di dirmi?»

Acheio: «Che è antico. Quanto il Cristo stesso»

Capo della polizia: «Cosa sta cercando di dirmi?»

Acheio: «Che è antico. Come il Cristo stesso. Perché l’autista si è messo a bestemmiare? Ad ogni modo Nonno Nanni mi ha raccontato una strana storia. Ricorda il miracolo della passeggiata sopra il pelo dell’acqua di Cristo presso il lago di Tiberiade?»

Capo della polizia: «Certamente. Ho visto il film ieri sera, con Russel Crowe nel ruolo di Gesù e Vin Disel nel ruolo del lago»

Acheio: «Beh…sembra che esista un’altra, più inquietante, versione dell’accaduto. Alcuni vangeli apocrifi narrano di come Giuseppe, padre di Cristo, fosse in realtà formaggiaio, la sua passione per il caglio, però, non contagiò il giovane Messia, il quale si dedicò a qualcos’altro…si è mai domandato perché non sappiamo nulla di Gesù per quasi vent’anni della sua esistenza…che cosa ha fatto durante questo imponente lasso di tempo?»

Capo della polizia: «Pellegrinaggio in India?»

Acheio: «Lezioni di pattinaggio!»

Capo della polizia: «Per l’Onnipotente!»

Acheio: «Sì, Gesù non camminò sulle acque, ci pattinò sopra d’inverno, quand’esse erano congelate. Probabilmente i contadinotti accorsi sul posto, vedendolo in lontananza e conoscendo la sua fama di uomo prodigioso mal interpretarono l’accaduto»

Capo della polizia: «Questo non spiega perché un uomo è stato ucciso questa notte…»

Acheio: «Esiste un segreto, capitano, un segreto talmente terribile che il Vaticano stesso si è operato per farlo rimanere tale per tutti questi anni»

Capo della polizia: «L’omosessualità fra i preti»

Acheio: «No! Quello non è un segreto! Io sto parlando di qualcosa che potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’umanità. Io sto parlando di una discendenza…la discendenza di Gesù Cristo!»

Capo della polizia: «Gesù Cristo!»

Acheio: «No, la sua discendenza!»

Capo della polizia: «Gesù Cristo!»

Acheio: «No, la sua discendenza!»

Capo della polizia: «Gesù Cristo!»

Acheio: «No…perché l’autista ha ricominciato con il turpiloquio?»

(Je suis appelé Virgule! Sont un chaton! Je suis l’étoile de la téléphonie mobile)

Capo della polizia: «Mi perdoni, mi squilla il cellulare…» (rispondendo al cellulare) «Sì. Sì. Come dice? Sì. Ho capito. Glielo…glielo comunico subito» (riattacca) «Andando compriamo due litri di latte che in centrale è finito»

Acheio: «Va bene, serve altro?»

Capo della polizia: «No, uova le abbiamo. Poi per domani ce il cotechino, quindi…Ah Nonno Nanni è morto»

Acheio: «Il cotechino?! Ma mi fa una pesantezza dopo che…cosa?!»

Capo della polizia: «E’ morto è stato trovato nella stanza dell’interrogatorio»

Acheio: «Causa del decesso?»

Capo della polizia: «Non ne siamo ancora sicuri. Un infarto. Una forte dose di veleno. La scopa che lo trapassava da parte a parte. Non ci sono certezze in questo mestiere, ma abbiamo già fermato un sospetto»

Acheio: «Il frate?»

Capo della polizia: «Carla Bruni»

Acheio: «Spero che bruci sulla sedia. Venti euro per un cd del cazzo! Del cazzo!»

Capo della polizia: «Abbiamo anche identificato il nostro cadavere al museo. E’ Jaques Brie»

Acheio: «Brie? Come il formaggio? Il caso non ha madre…»

Capo della polizia: «E se ce l’ha è una gran puttana, professore, sa che lavoro faceva Jaques Brie?»

Acheio: «Autista di tram?»

Capo della polizia: «Potrebbe allargare un minimo le sue ipotesi?»

Acheio: «Uhm…capo della polizia di Parigi?»

Capo della polizia: «Quello sono io»

Acheio: «Professore di Harvard?»

Capo della polizia: «Quello è lei»

Acheio: «Gesù sui pattini?»

Capo della polizia: «No»

Acheio: «Capo della polizia di…»

Capo della polizia: «Lasci perdere. Era un pattinatore professionista. Vinse l’oro a Innsbruck alle Olimpiadi Invernali del ’76, quando gli si ruppero entrambe le gambe durante l’esibizione prese a pattinare sulle mani. Indovini come lo soprannominarono?»

Acheio: «Professore di Harvard»

Capo della polizia: «Lei è una persona disturbante, professor Langdon. Lo soprannominarono “Gesù sui pattini”»


(Contemporaneamente, dall’altra parte della città)

Telecronista: «Benvenuti allo stadio Frù Frù di Parigi dove si tiene l’annuale kermesse di pattinaggio artistico su ghiaccio con i più paiettati cicisbei di Francia. Signori a casa, se volete cambiare canale, questo è il momento! Questa sera si scontreranno in pista per noi i nomi più imponenti di questa ben misera disciplina. Gente che ha ripudiato il proprio sesso per la licra e i brillantini e pubescenti donne scosciate con gonne minacciosamente corte! Il pattinaggio su ghiaccio signori è tutto questo e anche di più. Abbiamo con noi ques’oggi: Antoine Bon Bon, Cristine Baguette, Marguerite Croissant, Luc Je m’appele Luc, Armand Voulez Vous Coucher Avec Moi, Ce Soir e, ovviamente, il vostro beniamino, la stella più splendente nel cosmo dell’ambiguità sessuale, il nostro primo pattinatore: Ipsen Brie! Ed eccolo, eccolo che arriva e subito si scatena! Eccolo, apre subito con un axel! Ed adesso un Axl! E adesso un Rose! Welcome to the jungle baby! Welcome to the jungle! Un flip, un duble flip, un triple flip con torsione, toeloop e Jerard Depardieu piazzato sulle spalle! Incredibile signori, incredibile! Un rittembrerg-rittemberg! E…oh bella! Un Ratzinger! Eccolo che piroetta facendo ritornare indietro il pensiero cattolico di seicento anni! Grande, grandissima esibizione del nostro Ipsen. Agile, fulmineo, preciso, concentrato, un grande pattinatore e, dall’alto della sua modestia, una grande persona! Un bell’applauso!»

Bambino: «Signor Ipsen! Potrò mai diventare come te?»

Ipsen: «No, bimbo, hai le gambe tozze e orribili di Elephant Man, ma se persevererai nel duro lavoro, se ti impegnerai con tutte le tue forze e se manterrai il profilo basso e umile del…5.8?! 5.8?! Stronzo di un giudice! Ma io ti taglio la gola!»

Manager: «Vieni via, Ipsen, vieni via..»

Ipsen: «Maledetto idiota. Renditi utile! Schiuma il mio sudore dalla maglietta, lo tramuterò in vino più tardi…»

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