domenica 3 maggio 2009

PATTINI E DEMONI #6

(Un omicidio avvolto nel mistero. Un’oscura verità su Gesù Cristo. Un professore pronto a dipanare questa matassa di enigmi e verità sepolte. SIAE?! Dan Brown?! Attaccatevi a sta cippa!)


Ipsen: «Complimenti Jean, il tuo backflip è stato incredibile…»

Jean: «Il backflip è un’acrobazia che si fa con la bici»

Ipsen: «Fanculo! Fai schifo, spero che ti si rompa una gamba e tu debba abbandonare per sempre questo sport, contento adesso?»

Jean: «E’ semanticamente corretto, quindi sì, sono contento»

Ipsen: «Idiota…e voi che volete?»

Acheio: «Il signor Ipsen Brie?»

Ipsen: «No, sono il suo ologramma, lui si è già teletrasportato sull’astronave madre che ha parcheggiato sul tetto, forse lo raggiungete…tornate qui, imbecilli, sono io!»

Acheio: «Abbiamo visto la pubblicità del suo tour di pattinaggio sul ghiaccio»

Ipsen: «Il Modesty Tour: Sono Meglio di Gesù, beh, cos’è che volete? Un autografo? Siete fan?»

Acheio: «No, siamo eterosessuali, non seguiamo il pattinaggio»

Ipsen: «Comprensibile…beh si può sapere perché mi importunate mentre cerco di vincere la mia battaglia contro la stitichezza?»

Acheio: «Siamo agenti dell’FBI, signor Ipsen, la sua vita è in pericolo»

Ipsen: «Siete davvero agenti dell’FBI?»

Acheio: «No, siamo quanto di più lontano ci sia dalla professionalità e l’autorità di un agente dell’FBI, mi chiamo Acheio Langdon, professore di» (bisbiglio incomprensibile) «all’università di Santa Monica»

Capo della polizia: «Mi aveva detto che insegnava ad Harvard»

Acheio: «Stessa cosa»

Ipsen: «Professore di che?»

Acheio: «Di…» (bisbiglio incomprensibile) «…teorica e applica. Questa notte c’è stato un terribile omicidio al museo, signor Ipsen»

Ipsen: «Beh vorrà dire che i prezzi dei quadri saranno saliti alle stelle! Ahaha»

Acheio: «Ahaha»

Capo della polizia: «Ahaha»

Acheio: «Sa che ha un grande senso dell’umorismo?»

Ipsen: «Mi aiuta a scaricare lo stress e guardare ogni giorno con positività e…»

Acheio: «Suo padre è morto»

Ipsen: «Cosa?!»

Acheio: «Fai una battuta adesso, dai, fai il clown adesso! Ora lo troviamo il tempo per ascoltare i due strani tizi eh?! Adesso li ascoltiamo?! Stronzo spocchioso!...condoglianze per il suo lutto»

Ipsen: «…non ci posso credere…io e papà non ci sentivamo da anni, eravamo due estranei, ma mi fa male lo stesso sapere che non lo rivedrò mai più»

Acheio: «Le abbiamo portato la testa»

Ipsen: «La metta sul mobile bar…»

Acheio: «Come mai non vi parlavate più?»

Ipsen: «L’ultima volta…c’è stata una discussione…abbiamo litigato…lui non voleva che seguissi le sue orme, che diventassi un pattinatore professionista, pensava fosse un lavoro troppo pericoloso, troppo virile per me…»

Acheio (osservando la tuta rosa in pailette con un gallo cucito sul pacco e un’oca sul sedere): «Troppo virile…capisco»

Ipsen: «Sì, voleva che facessi qualcosa di meno ridicolmente maschio…»

Acheio: «Non riesco davvero ad immaginare cosa potrebbe essere meno…»

Ipsen: «…voleva che colorassi dentro i bordi…»

Acheio: «Okay, ora ci riesco…»

Ipsen: «Ma io non sono mai stato bravo a colorare dentro i bordi, certo, c’era la sicurezza economica, però…una vita dietro una scrivania a colorare dentro i bordi…no! Non faceva per me! Io volevo il brivido della gara, gli applausi del pubblico, il volteggio maestoso, le cosce di una donna serrate alle orecchie durante un’acrobazia, quell’acre odore di…»

Acheio: «Basta così che mi sto imbarzottendo e accade così raramente che vorrei conservarmelo. Io e il capo della polizia abbiamo ragione di ritenere che, chiunque abbia ucciso suo padre, questa notte, non ha trovato quello che cercava, lei potrebbe essere il prossimo…»

Ipsen: «Ma perché? E’ noto che non parlo da anni con lui, ho anche scritto un libro in proposito. Ecco prenda una copia autografata»

Acheio: «Ma tutte le pagine sono bianche…»

Ipsen: «Eh, non ci parlavamo…»

Acheio: «Forse lei non parlava con lui, ma lui ha fatto in modo di comunicarle qualcosa, in un modo insospettabile…»

Ipsen: «Effettivamente sono cinque anni giusti che non controllo i messaggi in segreteria…»

Acheio: «Dobbiamo andare a casa sua, immediatamente»

Ipotenusa: «Nessuno si muove di qui, finché non lo dico io!»

Acheio: «E lei chi sarebbe?»

Ipotenusa: «Agente Ipotenusa, Effebiai! Quella vera. La seguo da quando è partito, professor Langdon»

Acheio: «L’FBI ha mandato uno dei suoi cani da caccia a pedinarmi! Speravate vi conducessi in fondo a questo intricato mistero per poi prendervene il merito, eh?!»

Ipotenusa: «No, è fra i tre più grandi evasori fiscali degli Stati Uniti!»

Acheio: «Ah…quello…ehi! Non guardatemi così, un Hummer non si compra da solo…»

Ipotenusa: «Ma a quanto pare ho trovato qualcosa di molto più interessante che il mancato pagamento di svariati milioni di dollari di tasse, il contrabbando, lo spaccio su larga scala, l’istigazione a delinquere, la prostituzione, gli atti contro natura, i crimini contro l’umanità, il materiale pedopornografico ritrovato nel suo comp…»

Acheio: «Okay, okay, ci siamo fatti tutti un bel quadro generale della mia persona. Come pensa di aiutarci?»

Ipotenusa: «Ho esperienza, mezzi e organizzazione tutte cose che a voi mancano»

Acheio: «Ma non è vero!» (gli parte la cintura dei pantaloni, rimane in mutande mentre la fibbia lanciata a gran velocità và colpire il capo della polizia sulla fronte facendolo collassare a terra) «Questo non prova niente» (parte del soffitto gli cade addosso. Una voce dalle macerie) «Questo non prova…» (l’intero schedario della storia del pattinaggio 1956-2009 collassa sopra le macerie da cui si leva un patetico guaito) «Un punto per lei…»

Ipotenusa: «Molto bene, da adesso in avanti prendo io il comando, muoviamoci signor Ipsen, abbiamo una segreteria da controllare»

Ipsen: «Ehi! Io non posso abbandonare così il mio pubblico!»

Ipotenusa: «Signor Ipsen, si tratta della sua vita è un’emergenza»

Ipsen: «Quella lì fuori è la mia vita, cara la mia signora! Quella lì fuori! Centinaia di ragazzi sono venuti qui, questa sera per vedermi esibire e io non posso e non voglio deluderli»

Ipotenusa: «La pagano metà subito e metà dopo?»

Ipsen (scoppiando a piangere): «Sì! Dannazione! Sì! Senta, facciamo così, io rinuncio a questa splendida serata, se lei me ne concede una delle sue…facciamo sabato? A cena da chef Tony al Restaurant du Miracle Blade?»

Ipsen: «La molestia sessuale nei confronti di un agente dell’Effebiai è un reato federale punibile con un massimo di cinque anni in una fredda prigione del Montana dove il suo compagno di cella, glielo posso assicurare, sarà un tizio peloso come la parte ruvida di una spugna di nome Gus benedetto da una vaga concezione teorica del sesso anale, ma molta voglia di fare pratica. Prenda la sua roba e andiamocene»

Ipsen (languido): «Io, per due occhi così, cinque anni di prigione me li farei più che volentieri»

Ipotenusa: «…inoltre sono addestrata in sedici stili di combattimento che prevedono l’utilizzo dei suoi testicoli come nunchaku»

Ipsen: «Vamonos!»

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