sabato 14 febbraio 2009

PRIMO GIORNO DI LAVORO #3

(Grande sala. Poltrone imbottite. Un uomo tenta di convincere invano un annoiatissimo tecnico delle luci di essere fieramente eterosessuale)


Scrittore: «Vedi, caro Ipsen, tutti i personaggi che incontrerai, i luoghi dove agirai, sono parto della mia immaginazione. Stiamo scrivendo un romanzo e i personaggi di un romanzo non sono reali, dunque questi provini non sono veri provini, sono il tentativo di fare una cernita fra le numerose possibilità che la mia mente geniale offre.»

(Passa una ragazza appena coperta da staccetti di cuoio con la maschera in lattice di Al Gore. Ipsen fissa lo Scrittore)

Scrittore: «Quella è…era…non è stato un grande periodo, avevo appena visto “An Inconvenient Truth” e avevo le idee un po’ confuse.»

Ipsen: «Mi sta dicendo che anche io sono frutto della sua immaginazione?»

Scrittore: «Oh no, no, no, caro ragazzo. Tu esisti anche fuori dalla realtà delle mia mente. E’ per quello che riesci ad essere così…»

Ipsen: «Così?»

Scrittore: «Così…così!»

Ispen: «Così come?»

Scrittore (ingolla un paio di pasticche da un contenitore medico): «Speciale»

Ipsen: «Perché sono unico?»

Scrittore: «Perché sei stupido oltre ogni mia più rosea immaginazione»

(Ipsen lo guarda a bocca aperta)

Scrittore: «Oh buon dio, mi hanno di nuovo prescritto il Penthotal al posto del Maalox. Vabbe, fa niente, muoviti idiota, ho dei soldi da guadagnare e se farai la brava scimmia e danzerai come te lo ordino diventeremo ricchi entrambi! Ricchi!»

Ipsen: «Apprezzo la sua onestà»

Scrittore (sfilandosi la cintura dei pantaloni): «Non ti vedo correre»

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