venerdì 6 marzo 2009

KABOOM #19


(Nel cuore del combattimento)


Acheio: «State giù! State giù!»

Ipsen: «Ne ho preso uno! Muori maledetto crucco!»

Acheio: «Bene così, soldato!»

Ipsen: «Buon Dio…ho ucciso un uomo…un uomo con dei sogni, dei sentimenti, una famiglia…forse…forse dei figli…le implicazioni morali di tutto questo sono…»

(Un tedesco sbuca da un angolo)

Ipsen: «Brucia all’inferno! Brucia all’inferno!»

Acheio: «Credo sia morto…»

Ipsen: «Buon Dio…ho ucciso un uomo…le implicazioni morali di tutto questo…tutta l’umanità di cui mi vantavo…sparita in un solo…»

Acheio: «Muoviti!»

Ipsen: «Aspetta, devo staccargli orecchie e denti come trofeo…»

(Kaboom!)

Acheio: «Nooo!»

Omosessuale Stereotipato: «Che succede?!»

Acheio: «Pakouridopolus è stato colpito!»

Ipsen: «No! Roman!»

(Il soldato Pakouridopolus è accasciato a terra e versa in pessime condizioni)

Ipsen: «Roman! Roman! Riesci a sentirmi?!»

Roman Pakouridopolus: «Ipsen…voce disambigua…stavi forse cercando Ibsen? Noto drammaturgo vissuto a cavallo fra il XIX secolo e il XX secolo…»

Ipsen: «Non sforzarti…serba le energie…»

Roman Pakouridopolus: «No…no…per me…è…finita…»

Ipsen: «Non dire così! Non è niente! E’ solo un graffio…un dannatissimo graffio…»

Omosessuale Stereotipato (emergendo da un cespuglio): «Ehi! Ho trovato la parte di sotto!»

Ipsen: «Okay…forse un graffio no…»

Roman Pakouridopolus: «In ambito biologico la morte (dal latino mors) può essere definita in negativo, come la permanente cessazione di tutte le funzioni vitali dell'essere vivente, cioè dell'organismo vivente; la fine della vita. Ma determinare quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta, non è semplice. La definizione si è evoluta nel tempo insieme ai cambiamenti culturali, religiosi e scientifici. La morte viene sempre considerata come un processo: con la locuzione morte biologica ci si riferisce alla conclusione di tale processo in riferimento ad un organismo vivente, ovvero alla dissoluzione dell'organismo stesso» (Chiude gli occhi)

Ipsen (singhiozzando): «Nooo! Noooo! Nooooo! Non farmi questo bastardo! Non farmi questo! Non puoi morire! Non puoi!»

Scrittore: «Su, su…dobbiamo andare…lui…lui è in un posto migliore…»

Ipsen: «Non doveva andare a finire così…non doveva morire…»

Scrittore: «Lo so, lo so, ma la guerra è così, lui…mancherà a tutti noi…»

Ipsen: «Ma che mancare! Ho fatto una scommessa di cinquanta dollari con Il Portatore di Brutte Notizie che Luigi XVII era morto dopo il 1800…era l’unico che poteva saperlo»

Roman Pakouridopolus (con l’ultimo alito di vita): « Luigi XVII di Borbone, dalla nascita al 1789 conosciuto come Luigi Carlo, Duca di Normandia, dal 1789 al 1791 come Luigi Carlo, Delfino di Francia e dal 1791 al 1793 come Luigi Carlo, Principe Reale (Versailles, 27 marzo 1785Parigi, 8 giugno 1795), nacque da Luigi XVI di Francia e da Maria Antonietta d'Austria. Dalla morte del padre nel 1793 alla sua nel 1795, fu considerato re di Francia e Navarra dai monarchici francesi, anche se fu imprigionato dai repubblicani e non regnò mai effettivamente.» (Muore)

(Tuono. Nube di fumo nero.)

Il Portatore di Brutte Notizie: «Paga»

Ipsen (inginocchiato con le braccia rivolte al cielo): «Noooooooo!»

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