MERCOLEDI’ A TEATRO #4
TROBAR CLUS
«Ah lo dolor s’appropinqua alla mia finestra come orsuto tristano viperino»
«Qual malamente foggia il perigliar grottosco dell’osura alcumba del di lei amore!»
«Daje così!»
«Eh già»
«Oh, che d’è? Forse non appropinquantomisi lo bello giovine candor ch’io facea specchio dello nobile animo di quei cuori addobbati che son l’animi estirpati dai sentimenti umani nell’atto doloroso alla rinuncia di quei petali odorosi che si rifanno all’armonioso spumeggiare porpureo della rosa d’oriente»
«Come dici? Avevo su le cuffie…»
«Ahh! Già sento il grido disperato della tumultuosa ordalia che dall’altra parte di quest’orrido e cementifero divisorio vocifera il suo agonizzante disprezzo a noi, noi che più d’altri abbiamo dato prova del nostro indiscusso valore, noi che più d’altri abbiamo veduto ciò che non si potea vedere e vissuto ciò che molti hanno preferito non vivere. E quegli uomini, meno che dozzina, impegnati nel campo smeraldino a pugnare la lotta fugace contro lo nemico di turno. Si combatte con energia e si suda il combattimento. Esso ci vede soccombere, ma lo biondo eroe di quelle vie bianche e mezze che dividono la verde distesa fa risorgere loro e con loro noi. Quand’ecco che dal gruppo si stacca lo pittore minore ed eleva sé stesso a poetiche geometrie ove la mente umana tende a vacillare. Ed eccolo esultare. Ed eccolo correre e gioire come virgulto.»
«2 a 1, gol di Nedved e Del Piero?»
«Sì…»
Ipsen: «Adesso tu mi dici che cazzo vuol dire “perigliar grottosco”»
Scrittore: «Lalalalala non ti sentoooo…»
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