giovedì 19 marzo 2009

GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #4


(L’ufficiale Ipsen e la cortigiana Ipotenusa intrappolati nel Palazzo d’Inverno la notte della Rivoluzione d’Ottobre)


Ipotenusa: «Dobbiamo scappare! Dobbiamo metterci in salvo!»

Ipsen (Dandogli uno schiaffo): «Basta donna, mantieni la calma, maledizione!»

Ipotenusa (Tirandogli una ginocchiata ai testicoli): «Ora sono calma»

Ipsen (Acuto): «Yupee»

Ipotenusa: «Ci uccideranno! Sono alle porte ormai!»

Ipsen: «Non preoccuparti, non abbiamo niente da temere»

Ipotenusa: «Non abbiamo niente da temere?! Queste sono le persone che hai oppresso, tiranneggiato e impoverito negli ultimi venti anni, mentre si spaccavano la schiena per non morire di fame tu usavi il sangue dei loro bambini per fare il bagno»

Ipsen: «Dio li benedica, è grazie a loro che sono senza rughe e smagliature»

Ipotenusa: «Sei un mostro»

Ipsen: «E tu sei esagerata! Che posso avergli mai fatto a questi quattro villici perché sentano il desiderio di attaccare proprio il Palazzo d’Inverno»

Messo di Palazzo: «Forse ha nevicato troppo?»

(Ipsen e Ipotenusa si girano verso il messo)

Messo di Palazzo: «Capita? Palazzo d’Inverno, nevicare...»

(Un colpo di pistola riporta la calma)

Ipsen: «Oh che disgrazia, è morto il messo. Ti ripeto, non c’è niente da temere. Questi uomini e queste donne sanno che noi non centriamo con i soprusi che hanno subito e con i dolori che hanno patito. Questo è un luogo di giustizia ed equità. Ora nascondiamoci nella sala torture.»


(Nel frattempo, nel freddo piazzale antistante il Palazzo d’Inverno il comandante bolscevico Acheio Ivashtushkij passa in seria rassegna le sue truppe. E’ un comandante spietato e severo. La prova di ammissione al corso ufficiali richiede di pronunciare correttamente il suo cognome)

Acheio: «Come va con l’apertura del cancello del Palazzo?»

Soldato Bolscevico: «Ci vorrà un po’»

(Acheio guarda scettico un piccolo cancello in ferro battuto che divide i rivoltosi dal Palazzo. Il cancello è arrugginito, pende in parte da un lato e, aperto, sbatte nel vento)

Soldato Bolscevico (a mo di scusa): «Ha le punte. I ragazzi hanno paura.»

Acheio: «E le truppe, sono pronte all’assalto? Sono pronte a marciare? Compagno Steriotiposky!»

Omosessuale Stereotipato: «Signore, guardi lei stesso»

(I soldati iniziano a marciare per poi eseguire una serie di aggraziati saltelli)

Acheio: «E’ orribile»

Omosessuale Stereotipato: «Non lo dica a me. Nemmeno un plié o un cambré decente! Volevo forgiare dei Nuriev e mi ritrovo con dei Shevchenko!»

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