GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #7
(Attimi di romantico terrore nei cuori delle anime disperate rinchiuse nel Palazzo d’Inverno sotto assedio)
Ipsen: «Oh, guarda la luna questa sera, è spettro funereo, bianca falce di un destino fatale»
Ipotenusa: «Il tuo favellare è così melanconico…»
Ipsen: «Tu dici? Che forse il pensiero di essere condannati a destino fatale spreme dalle mie labbra questi versi carichi di triste dolcezza»
Ipotenusa: «Continua, continua a poetare per me, o dolce menestrello»
Ipsen: «Oh, io vedo il cielo e nel cielo nubi nere come un amore fugace ed incompiuto. Neppure le stelle giungo a rallegrare questa notte, anzi, la natura e gli elementi hanno scelto un lutto propizio per salutare la nostra prossima cattura»
Ipotenusa: «Non dica così, buon Ipsen…»
Ipsen: «Ma è pur vero, amica mia. Guarda la tempesta che giunge…sto…sto fissando quella porta rotta…»
Ipotenusa: «Quale?»
Ipsen: «Quella, quella…non c’è rimasto niente qui, la mia stanza è fredda, mi sta facendo impazzire…»
Ipotenusa: «Siete un galantuomo…continuate, ti prego, continuate a stillare il miele dei vostri malinconici versi»
Ipsen: «Ho aspettato questo momento così a lungo ma sembra che il momento sia arrivato vedo che le nuvole nere stanno tornando di nuovo…corro attraverso il monsone oltre il mondo, alla fine del tempo dove la pioggia non ferirà…»
Ipotenusa: «Aspetta un secondo, non sono i Tokio Hotel?»
Ipsen: «No, no» (mimando un microfono) «Running through the monsoon, beyond the world, to the end of time, where the rain won't hurt!»
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