GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #8
(L’esercito bolscevico assedia il Palazzo d’Inverno in…ehm…inverno…)
Soldato: «Buone notizie signore, siamo riusciti ad infiltrare delle spie all’interno del palazzo»
Acheio: «Come diavolo avete fatto?»
Soldato: «Grazie all’ineguagliata esperienza dei nostri servizi segreti e alle abilità indiscusse nell’arte del camuffamento dei nostri soldati»
(Contemporaneamente, al palazzo)
Ipsen: «Buon Dio, Ipotenusa, non avevo mai notato come fossero incredibilmente erotici i tuoi baffi a manubrio»
(Di nuovo all’accampamento bolscevico)
Soldato: «Grazie alle informazioni così ottenute sappiamo per certo che il comandante Ivan Ipsen si trova lì, all’ultimo piano»
Acheio: «Mi parli un po’ di questo Ipsen»
Soldato: «Comandante dei telegrafi mobili dell’esercito provvisorio, diserta quando scopre che i fucili sparano proiettili veri. Ritorna vincendo la “Battaglia dei sei giorni” durata appena dodici ore, ma che vede la sua armata cercarlo per i giorni successivi e trovarlo, infine, ubriaco in un fosso con una prostituta uzbeka.
Viene radiato per un certo periodo dall’esercito per insubordinazione quando ipotizza la possibilità di sostituire il dialogo al massacro indiscriminato. Ritorna in auge con “La conquista dell’Altipiano” salvo poi scoprire, con malcelato imbarazzo, che il nemico che li teneva in stallo da mesi altro non era che un’affiatatissima famiglia di marmotte. Ha partecipato alla guerra di Crimea, alla Prima Guerra Mondiale e ha pareggiato 2 a 2 in casa con il PSV. Viene ricordato con molti nomi: il macellaio di Minsk, l’assassino di Volgograd e l’eunuco di Bryansk»
Ipsen (un grido portato dal vento): «La vanga di Bryansk!»
Acheio (perplesso): «Che è stato?»
Soldato: «Abbiamo già un piano d’azione, signore. Vede questa gigantesca catapulta? Piazzandoci al posto del carico un uomo, abbiamo intenzione di farlo infiltrare astutamente all’ultimo piano, dove il nostro obbiettivo si è barricato»
Acheio: «Mi pare un piano assolutamente idiota»
Soldato: «Stia a vedere»
(Una leva scatta. La catapulta schianta in aria un poveraccio che si spiaccica a pochi centimetri da una finestra)
Acheio: «Mi pare un piano assolutamente idiota»
Soldato: «Deja vù»
Acheio: «Salute!»
Soldato: «Non si preoccupi, questa era solo una parte del piano. Useremo l’immensa catasta di cadaveri che si forma sotto le mura come agile montagnola per giungere alla finesta»
Acheio: «…e usare le scale?»
Soldato: «Non sia sciocco. Perché avremmo la catapulta se no? E poi sono tutti individui sacrificabili, prigionieri politici presi dalle carceri di tutta la Russia»
Acheio: «E perché ci state mettendo un bambino?»
Soldato: «Ah quello? E’ lo stronzetto che è diventato capoclasse al posto di mio figlio. Goditi gli incontri genitori-insegnanti dall’inferno, bastardo!»
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