GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #9
(Ipsen viene abilmente circuito da una spia che, facendogli credere di essere la sua amata Ipotenusa, lo rende cieco di fronte al fatto che si tratta di un uomo)
Ipsen (sotto le coperte, fumando): «E’ stato bellissimo per te come lo è stato per me?»
Spia (con gli occhi sbarrati): «Molto»
Ipsen: «Mentitore! Ipotenusa non avrebbe mai detto una cosa del genere! E’ una donna! A loro non piace il sesso! Sei una spia, dovevo sospettarlo…oddio un po’ m’era venuto il dubbio, ma eri così delicato…»
Spia: «Facevo il massaggiatore»
Ipsen: «Eh si vede, avevi le mani tiepidissime, poi un tocco dolcissimo»
Spia: «Dici?»
Ipsen: «Ma sì! Ma guarda che non fosse stato per sta ultima cosa l’avrei pure rifatto…»
Spia: «Dai, non esagerare!»
Ipsen: «Te l’assicuro…»
Spia: «Che matto!»
Ipsen: «Sul serio, poi quella cosa che hai fatto ad un certo punto…»
Spia: «Quella col dito?»
Ipsen: «Quella! Ma dove l’hai imparata?»
Spia: «In caserma»
Ipsen: «Ah. Complimenti è la cosa più…non è questo il punto! Il punto è che sei una spia! Che ne hai fatto della mia dolce Ipotenusa?»
Spia: «Vi ho ricavato la somma dei quadrati costruiti sui cateti»
(silenzio)
Spia: «Faccio anche il comico. Massaggiatore e comico. Che non si può più?»
Ipsen: «Tieniti stretto il lavoro da massaggiatore, mi raccomando»
(La finestra va in mille pezzi, una figura si schianta sul pavimento)
Ipsen: «Che diavolo…?!»
Ipsen (analizzando il corpo): «E’ il direttore della Pro Loco. Ci bombardano con i prigionieri politici.» (sporgendosi dalla finestra) «Non mi avrete mai, bastardi! Mai! Fate pure del vostro peggio!»
(Un poveraccio si schianta contro la parete a pochi centimetri dal nostro)
Ipsen: «Buon Dio! Questo lo conosco! E’ il mio commercialista! Era quello che mi evadeva le tasse! Ma non ce l’avete un’anima?!»
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