GLI IDIOTI DI SAN PIETROBURGO #11
(Ipsen, chiuso nel Palazzo d’Inverno cerca di salvarsi la vita. Secondo me non ce la fa…
Ipsen: «Ehi, signor corsivo dei miei coglioni, vedi di andare un po’ affanculo!»
Inutilmente scurrile...)
Ipsen: «Non mi avranno mai! Mai! Devo pensare…pensare in fretta…»
Spia: «Puoi togliere la mano dalla mia tetta finta?»
Ipsen: «Mai! Mi aiuta a pensare!»
Spia: «E l’altra che mi accarezza la guancia?»
Ipsen: «Hai la pelle di seta. Ma non è questo il punto! Il punto è che lì fuori mi vogliono morto. Ho bisogno di un diversivo. Qualcuno che mi permetta di elaborare un ingegnoso piano alla Ocean Eleven, fatto di travestimenti, inganni, doppi giochi e doppi doppi giochi»
Spia: «Non vorrà mica coinvolgermi, vero?»
Ipsen: «Ma figurati! Tu non centri in questa faccenda sei solo un povero ragazzo mandato qui contro la sua volontà…»
(otto secondi dopo)
Ipsen: «Ritiratevi o ammazzo il povero ragazzo mandato qui contro la sua volontà!»
Acheio (col binocolo): «Fa sul serio?»
Soldato: «Credo di sì, signore»
Acheio: «Chi è l’ostaggio?»
Soldato: «Quella spia che abbiamo mandato, il massaggiatore…»
Spia (gridando): «E comico!»
Soldato: «E comico»
Acheio: «Comico? Potrebbe valerne la pena…»
Spia: «…e il tizio gli fa: Chicago proprio!»
Acheio: «Perché non lo abbiamo fucilato?»
Soldato: «E’ davvero bravo come massaggiatore»
Ipsen: «Sentite! Io sono di indole pacifica! Sgombrate il terreno, portatemi una macchina e non gli accadrà…»
(Bang!)
Ipsen: «Ah, è questa la parte da cui escono le pallottole…Ho ucciso. Un poveretto. Non avrà neppure compiuto i diciotto anni. Una nuova vittima di questo orrore porta il mio nome e le mie mani saranno per sempre macchiate di…»
Spia: «…un’ultima battuta prima di morire?»
(Bang! Bang! Bang!) «Ooooh me meschino! Che t’ho fatto povero giovine in boccio…»
Spia: «…credo di avere un rantolo di vita e con le adeguate cure mediche potrei…»
Ipsen (afferra un candelabro e prende a percuotere il ragazzo orrendamente): «Riposa in pace dolce principe»
Spia: «…un ultimo spasmo?»
Ipsen (prendendolo a calci): «Dio! Che tristezza…così giovane….così giovane…»
Spia: «…miel pops e crunch crunch crunch…»
Ipsen (impugnando una sega e una saldatrice): «Povero, povero, ragazzo…»
Nessun commento:
Posta un commento