martedì 21 aprile 2009

PROVINO ANTAGONISTA #4


(Test psicologico al prescelto per il ruolo di antagonista)


Ipotenusa: «E’ un test psicologico informale di routine, non c’è niente per cui essere nervosi, d’accordo?»

Misterioso sconosciuto: «Nessuno ti ha mai detto che le tue labbra sono state forgiate dalla primavera…»

Ipotenusa: «Io…uhm…io…nessuno…e…uhm…il…il suo…»

Misterioso sconosciuto: «Oh, ti prego, così mi uccidi. Dammi del tu»

Ipotenusa: «Ah…d’accordo…il tuo…il tuo nome?»

Misterioso sconosciuto: «Valentine, Lucifer Valentine»

Ipotenusa: «Occupazione?»

Lucifer Valentine: «Astronomo»

Ipotenusa: «Sul serio?»

Lucifer Valentine: «Certo. In questo momento, ad esempio, sono occupato ad osservare le costellazioni che nascono all’interno dei tuoi splendidi occhi…»

Ipotenusa: «Io…io…» (colpetto di tosse) «risponda…uhm…rispondi alla domanda, ti prego»

Lucifer Valentine: «Faccio il pubblicitario. Hai presente quella pubblicità delle merendine del Catino Azzurro?»

Ipotenusa: «Quella dello scienziato che afferma una presenza di alte percentuali di mercurio nelle merendine e poi viene arrestato per aver abusato sessualmente di una classe elementare?»

Lucifer Valentine: «Proprio quella. E non solo, ho anche curato la campagna di Mediaset sull’informazione, lo slogan “Noi trasmettiamo (e voi non potete farci proprio un cazzo)” è mio. Eravamo indecisi fino all’ultimo fra quello e “Tg5: il telegiornale che Pinochet guarderebbe”»

Ipotenusa: «Affascinante»

Lucifer Valentine: «Oh, no, no, ho dovuto rivedere il mio concetto di affascinante, da quando ti conosco»

Ipotenusa: «Oh io…oh!»

Ipsen: «Ma per favore…»

Ipotenusa: «Ipsen! Che ti ho permesso di partecipare purché stessi zitto, stai zitto! Sei pure arrivato con mezz’ora di ritardo…»

Ipsen: «Non è colpa mia, ho trovato mia madre svenuta con la testa nel forno»

Lucifer Valentine: «Oh, che disgrazia gli incidenti in cucina»

Ipsen: «Con una mano inchiodata ad un tagliere con il coltello del pane»

Lucifer Valentine: «Sei lì che tagli il pane, ti scivola il gomito…è un attimo…»

Ipsen: «…e un biglietto con scritto “Non è finita” firmato L.V.»

Ipotenusa: «Che diavolo potrebbe volere da te Louis Vuitton?»

Ipsen: «Non è Louis Vuitton! Per quanto abbia avuto anche con lui i miei screzi…è lui! Questo bell’imbusto qua! Lucifer Valentine!»

Ipotenusa: «Andiamo, Ipsen, sei ridicolo…scusalo Lucifer, è paranoico, riprendiamo da dove eravamo rimasti, ti voglio fare un breve test per l’indagine della personalità, ne avrai sentito sicuramente parlare, il test di Rorschach»

Lucifer Valentine: «Oh, certamente, iniziamo pure quando vuoi»

Ipotenusa (estraendo una tavola su cui è riportata una macchia d’inchiostro): «Molto bene. Cosa vedi?»

Lucifer Valentine: «Vedo l’abisso. L’oblio. L’oscuro nulla senza fine. I miei genitori uccisi dalle mie mani. Io non provo niente. Cieca e fredda tensione. Un’erezione mentre strangolo mia madre. Il cuore che batte veloce. Il suo che smette di battere. Orrori sopiti oltre palpebre vuote. Il fumo nero nei polmoni. Una cassa toracica vuota e nera che ospita un muscolo freddo e immobile. Pensieri contorti, orrori sopiti e risvegliati, paure, violenza, dolore, morte. Il male, puro, distillato, mi fa sentire bene. Mi fa sentire vivo. L’orrore…l’orrore…»

(Silenzio)

Ipsen (terrorizzato, strattonando Ipotenusa): «Ipotenusa…ehm…Ipotenusa…»

Ipotenusa (sorridendo languida a Lucifer): «Scusa, non ti stavo ascoltando, mi ero perduta ad osservare i tuoi occhi smeraldini, cos’è che hai detto?»

Lucifer Valentine: «Che ci vedo un cucciolo…un cucciolo di Shar Pei»

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