mercoledì 6 maggio 2009

MERCOLEDI’ A TEATRO #9


TEATRO SEMPLIFICATO

(Opere sapide e leggere in unico atto volte ad avvicinare il nuovo pubblico ad un teatro che non costringa il sedere alla poltrona per ore intere)



GLI AMANTI OSTACOLATI

Berbecco: «Maria Lorella, fuggiamo dal Granduca, egli brama il tuo cuore e il tuo corpo con la sua lascivia, attentando così al nostro amore, fuggiamo a Parigi e vivremo felici»

Maria Lorella: «Io il Granduca me lo scopo»



IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE

Sherazade: «Questa notte, o mio nobile signore, vi leggerò tante storie fantastiche che narrano di mondi lontani e vicini, di terre da sogno e pericoli innominabili e Baghdad ascolterà tutta la mia voce narrare…»

Principe: «No, bombardano»



POETANDO L’ESTATE INDIANA

Poeta: «Orsù, guarda laggiù oltre l’orizzonte fino al crine di Atlante vedo già il disco apollineo tramontare nel freddo imbrunire del mio cuore. Osserva come le nubi dense e spumose si tingono dei colori della malva e della lavanda. Ammira il verde tenue, come di rosa in boccio, che la linea terreste pare sussurrare all’occhio dell’uomo nel mentre che saluta l’ultimo spicchio di sole. Incantati di fronte allo spettacolo della notte, silenziosa e prepotente, che viene a reclamare la volta del cielo per s’è…»

Altro poeta: «Se aspetti un cazzo di momento che trovo gli occhiali…»



SAN GIORGIO E IL DRAGO

San Giorgio: «Son qui per pugnare contro il draconico terrore che devasta codeste terre!»

Il Portatore di Brutte Notizie: «I draghi non esistono»



RICCARDO III

Re: «Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.ora le nostre fonti sono cinte di ghirlande di vittoria,le nostre armi malconcie appese come trofei,le nostre aspre sortite mutati in lieti incontri, le nostre marce tremende in misure deliziose di danza.
La guerra dal volto grifagno ha spianato la fronte corrugata, e ora,invece di montare destrieri corazzati per atterrire le anime di nemici impauriti , saltella agilmente nella camera di una signora al suono seducente di un liuto.»

Bastian contrario di corte: «Non sono d’accordo»



LA BATTAGLIA DI PLATEA

Aristide: «Io, il generale ateniese che vi guida in questo giorno, vi voglio dire del perché siamo qui, oggi, a combattere questo esercito che è tutti gli eserciti del mondo perché…»

Soldato: «Freccia vagante!»

(Urlo, gorgoglio, tonfo sordo)

Soldato: «Non mi ha motivato molto»



IL BOSCO DI CHESTERCHIDE

Oberon: «Oh Puc, mio amico fedele, vai oltre l’oriente dove sboccia quel fiore il cui succo fa innamorare ogni uomo se versatogli nella pupilla e portami quel distillato d’essenza d’amore, ho in mente un bel giuoco con cui dilettarci in questa notte di mezza estate…»

Puc: «Ma vaffanculo! Non sono la tua serva, oltre l’oriente ci vai tu e a calci in culo se non la smetti di parlarmi mentre sto scrivendo la TUA dichiarazione dei redditi…re delle fate un par di palle, re degli evasori, guarda qua…»



IL PESCATORE

Pescatore: «Vivo su questa barca da tre giorni cercando di vincere questa battaglia con quell’orrendo pesce che tormenta le mie notti insonni come lo spettro di un incubo. Forse sono già morto e questa lotta infinita è il mio purgatorio. Forse io e lui siamo legati in un eterno sbracciarci per rimanere vivi, per vincere sull’altro…e non siamo forse tutti così legati da un infinito trascinare s’è stessi lungo la via del…ah, no, cancellate tutto, l’ho preso»



IL FANTASMA DEI MAC COFFIN

Colonello Mustard: «Ci hanno chiamato al castello tutti con stratagemmi diversi e i tragici eventi che si sono succeduti questa notte mi fanno pensare che vi sia un diabolico piano architettato per ucciderci tutti, signori. C’è una presenza nel castello, un fantasma se volete»

Il Portatore di Brutte Notizie: «I fantasmi non esistono. E hai il cancro»

Bastian contrario di corte: «Non sono d’accordo»


Ipsen: «Perché?»

Scrittore: «Perché la magia del teatro può esistere anche solo nella sintesi. In uno sguardo. Un sospiro. Un sorriso. Poche righe contenenti il mondo intero. L’attimo per descrivere il tutto. Il secondo per descrivere l’eternità. Una vita per descrivere l’immortalità e per conquistarla»

Ipsen: «No, davvero, perché?»

Scrittore: «C’ho il cinema fra mezz’ora e devo ancora docciarmi»


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