lunedì 11 maggio 2009

PATTINI E DEMONI #9

(Ipsen viene portato presso un monastero dove potersi rifugiare dalle brame del terribile Don Rodrigo che cerca di farlo sposare invano con Amadeu, bel marinaio portoghese suo protetto. No, scherzo, non è proprio così. Il marinaio è greco.)


Ipotenusa: «Ti lasceremo qui, il convento dei Monaci Psicopatici Scalzi è un posto sicuro e Fra Stereotipato è un buon amico anche se lievemente eccentrico»

Ipsen: «Parla da solo?»

Ipotenusa: «Fa sesso con i candelabri»

Ipsen: «Ma…»

Ipotenusa: «Niente domande!»

Ipsen: «Perdonami, posso sollevare una questione»

Ipotenusa: «Prego»

Ipsen: «Mi sembra incredibilmente stupido abbandonarmi in un monastero quando è palese che un monaco assassino ha ucciso Nonno Nanni ed ha sparso una scia di sangue per tutta Parigi»

Ipotenusa: «Hai le tue ragioni, in effetti c’è un’alternativa»

Ipsen: «Bene!»

Ipotenusa: «Passare la serata con il professor Langdon a guardare repliche di “Otto sotto un tetto”»

Ipsen: «Il saio così è troppo stretto?»

Acheio (gridando dalla macchina): «Che c’è?! A me Steve Urkel fa ridere!»

Ipotenusa: «Mangia il tuo gelato!»

Acheio: «Sì, signora…»

Ipotenusa: «Ipsen…cerca di riposare, hai avuto abbastanza emozioni questa notte»

Ipsen: «E voi? Che farete?»

Ipotenusa: «Andremo nuovamente al museo, dobbiamo analizzare quel quadro. Probabilmente incorreremo in pericoli inimmaginabili, il pazzo che sta dietro a questo massacro avrà sicuramente ordito una trappola macchinosa e sarà lì ad attenderci per farci a pezzi»

Acheio (gridando dalla macchina): «Sai?! C’ho ripensato…»

Ipotenusa: «No, tu vieni signorino!»

Ipsen: «Non hai paura?»

Ipotenusa: «Io? No, ho visto di peggio, e poi con me c’è il professore, può sembrare bizzarro e folle, ma ha un’autorità e una presenza virile indiscutibile. Bene, Ipsen, spero che questo sia un arrivederci. Buona fortuna. Ehi, tu! Hai finito il gelato?»

Acheio: «Ma il limone non mi piace!»

Ipotenusa: «Lo finisci!»

Acheio: «Ultime due cucchiaiate?»

Ipotenusa: «Tutto!»

(Ipsen, cauto, entra nell’austero monastero, subito gli si fa incontro un frate che, ciabattando, lo accoglie festosamente)

Fra Stereotipato: «Che cazzo vuoi?»

Ipsen: «Uhm…pensavo che non poteste dire “cazzo”»

Fra Stereotipato: «Quelli sono i preti. Noi monaci siamo i camionisti del cattolicesimo, abbiamo una deroga speciale dalla Santa Sede. Cazzo. Figa. Bagascione luride»

Ipsen: «E’ stato più che esaustivo»

Fra Stereotipato: «Ne sono lieto, pecorella mia, ma, tornando a noi, che cazzo vuoi? Chi minchia sei?»

Ipsen: «Ne abusate un po’ eh? Mi chiamo Ipsen Brie!»

Fra Stereotipato: «Ipsen Brie! Non posso crederci! Seguo tutti i suoi spettacoli! Lei è un mito!»

Ipsen: «Bé…mi imbarazza un po’…»

Fra Stereotipato: «Sto scherzando, non l’ho mai sentita nominare. Un nome così stupido me lo sarei ricordato non crede?»

Ipsen: «Sono l’amico dell’agente Ipotenusa»

Fra Stereotipato: «Ahh! Quella cara ragazza tanto gentile»

Ipsen: «In effetti…»

Fra Stereotipato: «Ah! Fregato di nuovo! Non ho mai sentito nominare neanche lei, ma se mi dai un secondo per leggere i capitoli precedenti…»

(Dieci minuti dopo)

Fra Stereotipato: «Ah quindi voi siete dei militari e dovete sconfiggere un battaglione di tedeschi che…»

Ipsen: «Credo che quello sia “Kaboom”…ecco, deve andare giù, su post più recenti…ecco…»

(Dieci minuti dopo)

Fra Stereotipato: «…e pensa di far ridere con ‘sta roba?»

Ipsen: «Così pare…»

Fra Stereotipato: «Bene, sei il benvenuto nella casa del signore, io sono Fra Stereotipato dell’ordine dei…»

Ipsen: «Monaci Psicotici Scalzi, lo so»

Fra Stereotipato: «Allora se sai già tutto perché non proviamo a strapparti il cervello dagli occhi e vedere se mangiandolo diventiamo tutti degli stronzetti saputelli!»

Ipsen: «…e sullo psicotici mi pare ci siamo, mi sfugge lo scalzi…»

Fra Stereotipato: «Beh è un voto come un altro, indica sottomissione all’ordine e ai suoi precetti divini…»

Ipsen: «Okay, ma tu porti le ciabatte…»

Fra Stereotipato: «Primo, non sono ciabatte, sono ballerine, ballerine di Ferragamo, non quella succursale di pattine da due soldi che ti ritrovi ai piedi…»

Ipsen: «Secondo?»

Fra Stereotipato: «Secondo cosa?»

Ipsen: «Ha detto primo, pensavo fosse l’inizio di un elenco numerato…»

Fra Stereotipato: «Psicotici»

Ipsen: «Ah già…»

Fra Stereotipato: «Bene, ti mostro la tua stanza, comprenderai che questo è soprattutto un luogo di preghiera e meditazione, per quanto ben disposti ad ospitare, di tanto in tanto, un pellegrino, chiediamo sempre che l’atmosfera di pacata riflessione sia rispettata e…aspetta! E’ giovedì! Serata disco house!»

(Dal soffitto sbuca una palla di specchi rotante, luci stroboscopiche ovunque, decine di monaci in licra sbucano da ogni angolo mettendosi a danzare. David Morales ai piatti fa tremare le statue)

Ipsen: «Chi è quello?»

Fra Stereotipato: «Cosa?!»

Ipsen: «Ho chiesto chi è quello!»

Fra Stereotipato: «Niente coca prima delle undici!»

Ipsen: «No! Non hai capito!»

Fra Stereotipato: «Va bene, va bene, vai da Fra Patrignano! E’ quello che fa il robot al centro della pista!»

Fra Patrignano: «Domo arigato mister roboto!»

Ipsen: «No! No! Il quadro! Il quadro!»

Fra Steretopato: «Ah è il santo patrono del convento! San Giotivanelli dal Cero!»

Ipsen: «Perché ha quell’espressione? E dove diavolo è il cero? Ah, no…ora lo vedo»

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