martedì 12 maggio 2009

PATTINI E DEMONI #10

(Ipotenusa e il professor Acheio Langdon si infiltrano nel museo del Louvre e fanno una scoperta agghiacciante. Ci hanno costruito una squallida piramide di vetro giusto davanti…)


Acheio: «…buon Dio…il museo la notte mette i brividi…»

Ipotenusa: «Non è notte. Sono le due di pomeriggio. Hai insistito tanto per andare a vedere Wolverine al cinema. E hai picchiato selvaggiamente gli addetti del multisala per tutta la notte»

Acheio: «Quel film è il male! Il male ti dico!»

Ipotenusa: «Non esagerare…c’erano un paio di scene che…no, hai ragione»

Acheio: «Vedi che ho fatto bene a bruciarli tutti…»

Ipotenusa: «Hai sentito un click?»

Acheio: «Un cosa?»

Il Portatore di Brutte Notizie: «Io non ho sentito niente. Continuate a camminare»

Ipotenusa: «Come il suono di qualcosa di lieve e mortale che scatta nella nostra direzione...lì! Attento! Abbassati! Salta! Schiva di lato! Rotola! Rotola! Salta! Schiva! Di lato! Capriola indietro! Capriola in avanti! Alt F6! Spaccata!»

Acheio: «Dopo abbassati che cosa c’era?»

Ipotenusa: «Qualcuno ci vuole morti, altrimenti perché lanciarci contro quello sciame di pomposi libri d’autore oltre le cinquecento pagine. Oh mio…sei ferito!»

Acheio: «Non è niente, donna, è solo un graffio. Non sanguina neanche…»

Ipotenusa: «Professore…l’altro braccio»

Acheio: «Oddiocheè! Sangue! Galloni! Sangue a garganella! Fai qualcosa! Fai qualcosa! Muori e dammi la tua forza vitale!...deve avermi beccato quella copia di “Infinite Jest” (Wallace David F., pp 1440, ed Fandango Libri, euro 25)»

Ipotenusa: «Stai calmo Acheio, sono specializzata in primo soccorso. Ascolta attentamente, ora prenderò questo coltellino e cercherò di estrarti dal braccio il frammento di libro, dobbiamo capire quanto in profondità è andato perciò se tocco un nervo, fammelo capire in qualche modo. E’ fondamentale che tu comprenda quanto possa essere dolorosa la cosa per affrontarla come si deve, sono brava, ma lavoro con mezzi di fortuna»

Acheio: «…»

Ipotenusa: «…»

Acheio: «…scusa dicevi? Ho messo su l’ipod. C’è sta nuova canzone, il ritornello fa tipo tututu dadaadaa tututu dadaadaa tututu aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarghhhaaaaaaaaa»

Ipotenusa: «Nervo?»

Acheio: «Aaaaaaaaaaaarghaaaaaaaaaa»

Ipotenusa: «Ho quasi fatto eh…»

Acheio: «Aaaaaaaaaaaaaaaaarghaaaaa»

Ipotenusa: «Ma quanto sangue!»

Acheio: «Aaaaaaaaaaaaaaammuooooriiiii»

Ipotenusa: «Eccoci qua…»

Acheio: «Aaaahiaaaaaaaaaa»

Ipotenusa: «Ho finito Acheio…»

Acheio: «Mi ha colpito in testa “Il ragazzo giusto” (Vikram Seth, pp 1632, ed Grandi Storie TEA, euro 16,60)»

Ipotenusa: «Aspetta, adesso provo a…che cos’è questo rumore?»

Acheio: «Oddio, no, non un’altra trappola…»

Ipotenusa: «Sta…sta arrivando qualcosa, Acheio, qualcosa di grosso…devi alzarti, dobbiamo scappare, dobbiamo muoverci»

(Tonfi inquietanti)

Acheio: «Che cos’è?»

Ipotenusa: «E’…è…non ne sono sicura…è…no…no! “Alla ricerca del tempo perduto” (Proust, pp 2534, ed Newton Compton, euro 25,80)! Via! Via! Dobbiamo andare via!»

Acheio: «Aspetta, voglio affrontarlo! Posso…devo fermarlo! Ci riuscirò!»

Ipotenusa: «No, Acheio! Ti schiaccerà!»

Acheio: «Abbi fede, sono un professore universitario di chiara fama, la cultura non mi spaventa. Mi sono sempre bevuto i libri come se fossero acqua fresca…»

Ipotenusa: «D’accordo! Mi hai convinto»

Acheio: «Bé c’è da dire che dalla Pimpa in poi ho iniziato a dover controllare parecchie parole sul vocabolario. Che poi, ti volevo chiedere, questo Proust, come mai è francese e scrive in italiano?»


(Contemporaneavolissimevolmente mi esercito sulle parole lunghe ed inutili. E precipitecompletamente in un tetro monastero avviene un’oscura udienza)


Lucifer Valentine: «Fratelli della ramazza!»

(Risatine)

Lucifer Valentine: «Nota all’ordine del giorno, cambiare il nome. Fratelli della ramazza, io vi esorto! Il momento è difficile e dobbiamo rimanere tutti uniti. Il nostro nemico, quell’Ipsen Brie che con i suoi successi e i suoi trionfi ha gettato nell’ombra e nella miseria tutti noi, è sul punto di pagare per i suoi crimini! L’attimo è propizio e deve essere colto al volo! Un errore, una distrazione, una minima svista possono mandare all’aria tutto il nostro lungo ed intricato piano! E’ per questo che ho indotto questa riunione segretissima, affinché possa mettere in…perché ci sei solo tu?»

Permalosissimo Monaco: «Avevi detto segretissima. Non ho chiamato nessuno»

Lucifer Valentine: «Perché devi sempre rendere tutto più difficile?»

Permalosissimo Monaco: «Tutto cosa? Ci siamo solo io e te…»

Lucifer Valentine: «L’inno della ramazza!»

Permalosissimo Monaco: «No, dai…non sono davvero dello spirito…»

Lucifer Valentine: «L’inno!»

Permalosissimo Monaco: «Uffa…Noi ramazziam i peccati del mondo, via spazziam la coltre del demonio, noi ferma spada siamo il baston contro il duro solleon! Noi ramazziam i peccati dal mondo, via spazziam la coltre del demonio, noi ferma spada il cuore ben saldo, il disco volteggia, volteggia del sacro furor!»

Lucifer Valentine: «Seconda strofa!»

(Rumore di passi, porta che sbatte chiudendosi con aria definitiva)

Lucifer Valentine: «Uhm…poteva dire semplicemente di no…Sento il bisogno di un monologo paranoico e maligno e del mio yogurt bianco…ma prima il monologo: Ipsen è la spina nel mio fianco, il fallace segno dell’assenza di giustizia a questo mondo, io devo mondare la piaga che egli rappresenta, estirpare il cancro che è per questo mondo, annientarlo come…come…» (gridando) «Aiutami!»

Permalosissimo Monaco (dall’altra stanza): «L’hai già detto mondare?!»

Lucifer Valentine: «Sì! Sono ad annientarlo»

Permalosissimo Monaco: «Come un insetto!»

Lucifer Valentine: «Buono! Grazie!...annientarlo…annientarlo come un insetto…ma non devo sbagliare, non posso permettermi errori, la più piccola disattenzione, il più piccolo buco nel mio piano altrimenti perfetto porterebbe a disastrose conseguenze…Ipsen…maledetto…ti ho perso di vista, ti sei nascosto, come il lurido topo che sei, ma ti troverò! Sarai distante centinaia di migliaia di miglia rintanato in un lurido motel, ma io ti scoverò! Dovesse essere l’ultima cosa che…»

(Si apre la porta, dall’altra parte risuona musica House a palla, fasci di luce solcano il buio. Si intravedono figure con cappuccio e maglietta retinata che ballano sui cubi)

Ipsen: «Scusi, dov’è il bagno»

Lucifer Valentine: «Scende giù le scale qua sulla sinistra, giù gira, non a destra, ancora a sinistra, dritto fino alla porta della cripta poi a destra e…la faccia nell’acquasantiera…»

Permalosissimo Monaco: «Grazie»

Lucifer Valentine: «E di che!…dov’ero rimasto?»

Permalosissimo Monaco (dall’altra stanza): «L’ultima cosa che faccio!»

Lucifer Valentine: «Ah, grazie! Dovesse essere l’ultima cosa che faccio!»

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