mercoledì 13 maggio 2009

MERCOLEDI’ A TEATRO (O QUASI) #10


Scrittore: «Mi permetto di virare leggermente dal tema “teatro” per proporvi nuovi stimoli culturali di cui, ben so, andate ghiotti. In quanto attento bibliofilo ho rinvenuto, recentemente, alcuni antichi esempi di poetica giapponese del periodo Edo detti haiku. Gli haiku, per chi non lo sapesse, sono piccoli componimenti dal significato oscuro e misterioso. Ipsenkeshi Katsukatsuakiratoriyamasushisushiunduetre è considerato uno dei maestri di quest’arte sapiente. Insuperato perfezionatore dello stile della calligrafia soleva evitare le zeta e le erre ritenendole le lettere del demonio. Un vecchio pazzoide dedito alle poesie facili e prive di senso. Amava infarcire i suoi poemetti con i temi dell’urbanizzazione, dell’alcool, della decadenza morale nelle città e della prostituzione. Curioso che riuscisse a parlare con tanta competenza pur essendo eremita dall’età di otto anni. Ma, senza ulteriori indugi, vi lascio alla sua poetica»


PRIMAVERA


Fiori di maggio

Brezza tra i cespugli

Cacarella.



ESTATE


Sudore mio

Formaggia fra i piedi

Cocente odore di stambecco.



AUTUNNO


Festa nei campi

Cori nelle città

E’ morto il nonno.



INVERNO


Voli d’uccelli bianchi

Troppo veloci

Mangio scoiattoli.



GIORNATA DI SOLE


Echeggia lo sparviero

Brezza nel mio cuore

Vado a puttane.



AMICIZIA


Occhi fraterni

Sorrisi all’ombra dei bambù

T’ho rigato la macchina.



ERRORI


Tu-tu fa il nobile falco picchiaiolo

Qui casa Favalli

Scusi ho sbagliato numero



STAGIONI DEL CUORE


Giada è il suo corpo

Da solo lo amo

No, invito un amico.



BOSCO


Travolti dalla passione

Il cuore martella

Un vombato mi si incula.



RICHIAMI


Odo il tuo grido

Distante: Amore!

No, valanga!



FORESTA


Un cervo m’osserva

O nobile animale

Mi carica (stronzo).



CALENDULE D’APRILE


Rimbombo lontano di tuono

La tempesta s’allontana

Qui, invece, tsunami.



NEVE


Bevo neve

Bianca e fresca

E gialla.



NATURA


Il mio ruggito alla primavera

Risveglio dei sensi?
No, trappola per orsi.



Ipsen: «Non è che questo Ipsenkeshi era un mio lontano parente?»

Scrittore: «Lo verifichiamo subito. Lì c’è un vombato…»

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