martedì 19 maggio 2009

PATTINI E DEMONI #14

(Circa duemila anni fa in un luogo immaginario chiamato Galilea la leggenda di uomo capace di atti così virtuosi e miracoli così strabilianti s’era diffusa a macchia d’olio fra quelle genti ed in quei regni. Egli sembrava colui che molti aspettavano. Colui che avrebbe sconfitto i tiranni e le guerre, abbattuto le disparità, annullato le ingiustizie, nutrito gli affamati, dissetato gli assetati, assetato i nutriti, affamato i dissetati, dissetato i nutriti, assetato gli assetati, nutrito i nutrienti, nutirento gli ammalati, ammalato i nutrienti, assetato gli ammalati, ammalato i nutriti dissetati e ammalati dal nutrimento dissetato…Insomma, qualcuno era giunto, e quel Qualcuno sembrava poter essere davvero la risposta a tutti i problemi del mondo

Chuck Norris: «Eccomi qua!»

Scrittore: «Chuck, ti prego, stiamo cercando di lavorare»

Chuck Norris: «Scusa» (calcio rotante timoroso e imbarazzato)


Il suo nome era Gesù, detto il Cristo, perché tutto quando vedevano un suo miracolo esclamavano: “Oh Cristo!”. In quel periodo la Galilea era flagellata da un terribile inverno rigido come mai non se n’erano visti. Gesù e i suoi dodici apostoli osservavano sgomenti la neve cadere nel deserto e cercarono, invano, una spiegazione…)


Giacomo: «Es el diablo!»

Tommaso: «Giacomo, la smetti di parlare spagnolo?»

Giacomo: «No puede! Soy espanol!»

Tommaso: «Ma se abitavi due baracche dopo la mia a Nazareth!»

Giacomo: «No es vero! Yo soy de Madrid. No propio Madrid, Madrid, Madrid las provincias…»

Tommaso: «Se riesci a dirmi una frase sensata ti posso anche credere…»

Matteo: «Eddai, Tommaso, lascialo in pace…»

Giacomo: «No! Es una sfida! Yo acepto!»

Tommaso: «Okay, dimmi come si dice in ispanico “lode a nostro Signore misericordioso nell’alto dei cieli”»

Giacomo: «Es muy fàcil! Yo te lodo mi…uhm…mi…uhm…Ronaldinho?»

Tommaso: «Ah ha!»

Giovanni: «Piantatela, ragazzi, il maestro sembra preoccupato»

Matteo: «Lo sarei anch’io se mi avessero regalato un crocefisso»

Giovanni: «A me pareva un’idea carina! E poi si assomigliano così tanto!»

Filippo: «A cosa pensa maestro?»

Gesù: «Penso che questo inverno non è opera della natura»

Giacomo: «Lo dicia! Es el diablo! El diablo col forcon y el…uhm…paella…»

Tommaso: «Sei ridicolo...»

Gesù: «Mio Padre ha lanciato un avvertimento alla Galilea tutta, Egli ha visto il marcio nei cuori degli uomini che la abitano. Ha visto l’oscuro meandro buio che ogni anima serba nascosto. E piange lacrime gelate…»

Giovanni: «Maestro…sembrate così afflitto…guardate! Vi ho fatto questa bella corona di spine che…»

Filippo: «…non mi pare il caso…»

Gesù: «No, no…ogni dono del cuore è un dono di Dio, lascia che me la porga»

(Gesù brucia la corona)

Gesù: «Tié uccello del malaugurio! Tié! Tu e la tua croce di mer…»

(Tuono)

Gesù: «…di mercato…di mercato…»

Bartolomeo: «Maestro, non crede che dovrebbe riposare, sembra così affaticato in questi giorni…»

Gesù: «Non posso…non voglio…dobbiamo muoverci e porre fine a questa morsa gelida che sembra aver trasformato il mondo in un inverno eterno»

Bartolomeo: «E come potremo fare?»

Gesù: «Non facendo domande stupide ad esempio…»

Bartolomeo: «Tipo?»

Gesù: «Argh…»

Giacomo: «Yo lo sabe! Yo lo sabe! Nos prendemos el toro per las cornas y lo matamos con l’espadon que…qué? Porqué no hablais?»

Tommaso: «Porque tu mujer in esto momento està…»

(Tuono)

Tommaso (rivolto al cielo): «Desculpame…»

Gesù: «L’orrore che si è scatenato…posso sentirlo…proviene dal lago di Tiberiade…è lì l’epicentro del male…»

Pietro: «Ma il lago di Tiberiade è un luogo pacifico, sulle cui coste vivono quasi esclusivamente pescatori e sparuti contadini…»

Gesù: «Lo so, ma…»

Pietro: «…e papponi…»

Gesù: «Sì, ma il…»

Pietro: «…e grandissime sgnacchere che…»

Tutti: «Al lago di Tiberiade!»

Gesù: «Aspettate! Non siete obbligati a seguirmi in questo viaggio periglioso. Non sono il vostro maestro più di quanto non lo sia questa pietra o questo giunco»

Filippo: «Non è un giunco, maestro, è un serpente»

Gesù: «Pietro! Tuo!»

(Urla indistinte)

Gesù: «Voglio che sappiate che nessuno di noi deve essere superiore agli altri. Perché siamo tutti figli di Dio»

Filippo: «Che belle parole»

Gesù: «Ora, a chi tocca portarmi in spalla?»

(Più tardi, presso il lago di Tiberiade)

Matteo: «Esultate o simpatici e facilmente suggestionabili pescatori, il Messia è giunto fra voi!»

Pescatore: «Sei tu?»

Matteo: «No, è colui. Quello che irradia luce propria»

Pescatore: «Quello?»

Matteo: «No! Filippo! Smettila di bruciarti i vestiti per far finta di essere il Messia! E’ quel signore che vedete accostato in disparte»

Pescatore: «E così voi siete colui che chiamano Cristo»

Gesù: «No, io sono colui che sono»

Pescatore: «…uhm…sì…Jezebeth vammi a prendere la spada va’…»

Gesù: «Sono io! Per carità di me! Sono io!»

Pescatori: «Beh, se stanno così le cose…noi siamo un piccolo villaggio di umili pescatori ed io nel sono il capo…»

Gesù: «L’avevo intuito dal pesce che indossa a mo di copricapo»

Pescatore: «Lo indossa anche lo scemo del villaggio»

Gesù: «E chi è?»

Pescatore: «Sono sempre io»

Gesù: «Benissimo»

Pescatore: «Questo perenne inverno ci impedisce di pescare. Il lago s’è ghiacciato e noi moriremo di stenti senza la nostra attività principale…»

Gesù (lo guarda assorto per un po’): «…che è…?»

Pescatore: «La pesca! La pesca! Ma chi c’avete portato?»

Bartolomeo: «No, no, è in gamba, in un villaggio cananeo è riuscito a dividere fra due fratelli sette cammelli in modo equo»

Pescatore: «E come ha fatto?»

Bartolomeo: «Ha ucciso i fratelli. Poi i cammelli. Poi abbiamo dato fuoco al paese. Poi non mi ricordo niente perché, a onor del vero, eravamo strafatti di pejote…comunque vedrete che risolverà anche questo maleficio»

Gesù: «Conducetemi al lago»

(Arrivati al lago Gesù e i suoi apostoli non possono non notare un gruppo di uomini che, con pesanti ramazze di legno, si sfidano ad un curioso gioco spingendo una pesante pietra ovale)

Gesù: «Eccolo il vostro problema. Quel gioco scontenta Iddio. Esso è terreno mentre nostro Signore è volatile. Esso è barbaro mentre nostro Signore è divino. Ma non temete, questi figli del demonio presto non impediranno più alle vostre barche di gettare le reti in mare»

Giuda (timidamente): «A me, come gioco, piace»

Gesù: «Te devi da stare zitto! Zitto! Giuda!»

Giuda: «Ma ho detto solo che mi piace…»

Gesù (scimmiottandolo): «Ma ho detto solo che mi piace! Con sta voce irritante! A scappellotti in bocca ti dovrei prendere! A scappellotti in bocca!»

Giuda: «Ma ho solo…»

Gesù: «E parli ancora?! Ancora! E allora parla tu! Parla tu!»

(Giuda scappa, in lacrime)

Gesù: «Pure permaloso…buon pescatore, portatemi le lame delle vostre spade e i vostri stivali più resistenti»

(Gesù, alla MacGyver con il filo della spada, gli stivali, dei pani e un’iguana crea un prototipo primitivo dei pattini. Li indossa)

Filippo: «Maestro, ma non è pericoloso?»

Gesù: «Non temete, finché io sono con voi non vi accadrà nulla di…» (parte una lama di un pattino che, sfrecciando come un boomerang si perde oltre le colline. Grido di donna) «Vanno collaudati…»

Pescatore: «Mia moglie!»

Gesù: «Mi dispiace»

Pescatore: «Non importa, ne ho altre sei»

(Più tardi, presso le rive del lago)

Gesù: «Ammirate la potenza del Signore»

Giovanni: «Maestro, aspettate…non posso lasciare che andiate al periglio così…mi sono permesso di prendervi un portafortuna»

Gesù: «Sei stato molto dolce, Giovanni, cos’è?»

Giovanni: «Chiodi…»

(Silenzio)

Giovanni: «…maestro? Perché accostate il nome del Padre a quello dei canidi del deserto? E’ una nuova parabola?»

Gesù: «Parabola sto cazzo Giova’, Parabola sto cazzo!»

(Gesù parte sfrecciando sul lago ghiacciato. Poche piroette, qualche evoluzione, ed ecco il ghiaccio sotto i suoi piedi spaccarsi in corrispondenza di dove le lame toccano terra. I demoniaci giocatori di curling fuggono o periscono fra i flutti)

Pescatore: «Per il grande Tasso! Il lago è di nuovo navigabile! Siamo salvi!»

Gesù: «Il grande Tasso?»

Pescatore: «Certo! E’ il nostro dio»

Gesù: «Pensavo che, dopo che vi ho aiutati, potesse essere il mio il vostro nuovo dio»

Pescatore: «Come si chiama il tuo?»

Gesù: «Dio»

Pescatore: «Tzé…non va bene! Troppo semplice! C’avrai messo si e no due giorni ad inventartelo! E poi qua siamo tutti Tassisti, tranne Jezabel che venera Odino e, il mercoledì, quello bello di Grey’s Anatomy. Ma permettetemi comunque di offrirvi un lauto banchetto»

Gesù: «E a me permetti di offrirti i miei schiav…uhm…apostoli come braccianti in cucina»

(Poco tempo dopo, seduti a tavola)

Giuda: «Gesù, mi passi il sale?»

Gesù: «Muto! Devi stare muto!» (gestaccio) «Questo è tutto quello che ti passo! Questo!»

(Giuda scoppia a piangere)

Gesù: «Eunuco!»

Giacomo: «Està una comida muy sublime es come…uhm…guernica y raùl»

Pietro: «Eh? La pianti di far finta di essere quello che non sei?»

Gesù: «Hai poco da fare il saputello Pietro, perché, sappi, prima che il gallo canti tre volte, tu mi tradirai!» (poi, voltandosi verso Giuda) «Ma sei peggio tu! Merda! Allora? che si mangia?»

Pietro: «Pollo»

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