giovedì 11 giugno 2009

PALLE DI FUOCO E BACCHETTE D’ACCIAIO #2

(Ipsen, diretto alla Scuola di Magia ed Elettrotecnica di Hogwarts, si gode l’allegro tragitto sull’Eurostar TrenIncantia cercando febbrilmente un incantesimo che gli faccia scordare di aver pagato cinquantasei euro di biglietto. Euro magici, si intende. Son come quelli normali, solo che moltiplichi per tre. Tanto ai maghi della crisi economica fotte sega.)


Voce: «Servizio Bar! Ristorante! Caffetteria! Snack! Dolciumi! Il muco di orco! Cerume di Ippogrifo! La bile di drago! Succhi gastrici alla frutta!»

Acheio: «Che mangi?»

Ipsen (sgranocchiando): «Schifezza dei piedi di Troll. Ingegnosa l’idea di dare un nome schifiltoso alle cose più comuni come quest’uvetta passa…»

Acheio: «Nome orrendo?»

(Ipsen rigetta abbondantemente)

Acheio: «Potevi dirmelo che prendevi il vomito di gnomo, facevamo a mezzo»

(Appare una giovane ragazza)

Ipotenusa: «Scusate…è libero?»

Acheio: «Il posto sì e tu?»

Ipotenusa: «Petrificus scrotus!»

Acheio: «Lo prendo come un no…»

Ipotenusa:«Anche voi alla scuola di magia eh? Di che anno siete?»

Ipsen: «Primo»

Acheio: «Secondo»

Ipsen: «Pensavo fossi del primo come me?»

Acheio: «Tecnicamente secondo, ho dimenticato la retta l’altr’anno e mi hanno penalizzato con una multa. Che in gergo magico sottointende il fatto che mi hanno bruciato casa, crocifisso il cane con delle bacchetta da sushi e…beh…ti basti pensare che ogni volta che vado in bagno appoggio l’ombelico alla tazza. No, decisamente non si scherza con la segreteria studenti. E tu giovane maghetta?»

Ipotenusa:«Intestinus irritabilis!»

Acheio: «Scusate, l’ombelico chiama!»

Ipotenusa:«Mi chiamo Hipotermione, frequenterò anche io il primo anno alla scuola di magia, il mio sogno è diventare una fiorista magica…»

Ipsen: «Ah, quindi specializzazione in Erbologia»

Ipotenusa:«No! In Necromanzia oscura. Saranno i miei servi non morti a piantare i fiori. Io mi limiterò ad esumare i cadaveri»

Ipsen: «Ho letto un po’ il programma sul volantino promozionale, ma ogni volta che cerco un’informazione sulle tasse trimestrali il foglio mi lancia una maledizione che mi fa dimenticare ogni cosa»

Ipotenusa:«Davvero?»

Ipsen: «Non solo! Ogni volta che cerco un’informazione sulle tasse trimestrali il foglio mi lancia una maledizione che mi fa dimenticare ogni cosa. Comunque il mio sogno è diventare un Carambar, i rappresentati della giustizia nel regno magico…»

Ipotenusa:«Beh…non saprei, te non c’eri al G8 magico immagino?»

Ipsen: «No, perché?»

Ipotenusa:«Uguale a quello normale, solo che il tizio non stava su una camionetta, ma su un drago…»

Ipsen: «Ahia…»

Ipotenusa:«Mi dispiace per te, dicono che la carriere del Carambar sia la più difficile in assoluto. Ti consiglio di dare presto l’esame del professor Fidelius»

Ipsen: «Perché? Va in pensione?»

Ipotenusa:«No, a novembre fa un rituale per ascendere a semidio del male, dicono che potrebbe diventare più complesso…ah! E fai il preappello con Silicius, il professore di Rune Arcane»

Ipsen: «Perché?»

Ipotenusa:«Perché al preappello ci sono gli assistenti, mentre all’appello ufficiale c’è solo lui»

Ipsen: «Ed è così terribile?»

Ipotenusa:«No, no, è un pietra»

Ipsen: «Prego?»

Ipotenusa:«Una pietra. Un sasso, non ti dico che travaglio è fare la tesi con lui…»

Ipsen: «E come fa un sasso ad essere professore universitario?»

Ipotenusa:«Raccomandazioni di altri sassi immagino…»

Ipsen: «Non sono molto informato sul corpo docente…ho conosciuto solo il preside»

Ipotenusa: «Hai conosciuto Culo Chiaccherato Stereotipente?! In persona?»

Ipsen: «E’ venuto a casa mia, ha cercato di convincere i miei tutori a farmi frequentare l’università…»

Ipotenusa: «Il tuo ginocchio non voleva che ti iscrivessi all’università?»

(Disclaimer: lo Scrittore promette solennemente che non ci saranno più battute del genere)

Ipsen: «Mi è sembrato un po’…controverso…»

Ipotenusa: «Beh Stereotipente è famoso per essere tanto potente quanto originale»

Ipsen: «Indossava una guepiere…»

Ipotenusa:«Forse più originale che potente»

Ipsen: «Ha cantato la Vanoni per quasi tutto il tempo…»

Ipotenusa: «Vabbe è un vecchio matto, però, agli alunni maschi più fortunati impartisce dure lezioni sulla torre più alta, dopo mesi e mesi di questi faticosi allenamenti essi tornano imbevuti di magia con nuove, arcane conoscenze…»

Ipsen: «Tipo?»

Ipotenusa :«La levitazione…»

Ipsen: «Oooh!»

Ipotenusa: «…o almeno credo sia levitazione, fatto sta che non riescono più a sedersi…»

Ipsen: «Oh»

(La porta del vagone si spalanca all’improvviso)

Permalossimo Bulletto: «E così tu sei il famoso Ipsen con l’Anvedi Ke Sòla marchiato sulla fronte»

Ipotenusa: «Ah non erano brufoli?»

Ipsen: «Con chi ho il piacere di parlare?»

Permalossimo Bulletto: «Sentitelo come si rivolge a me col suo tono di arrogante superiorità…»

Ipsen: «Uhm…veramente no…ti stavo salutando…hai presente? Ciao, come ti va…cose così…»

Permalossimo Bulletto: «Ah, e così adesso te la prendi con mia madre?»

Ipsen: «Ma…»

Ipotenusa:«Non è colpa sua è un Andighibonghi!»

Ipsen: «Ragazzi, non potreste dire un non-mago?»

Ipotenusa:«No! Non conosce la nostra cultura, non sa che per noi come va può anche essere interpretato come “ti muoia la madre nell’abisso di Danzar”»

Ipsen: «Davvero, non ne avevo idea»

Permalossimo Bulletto: «Ah, adesso passi al personale…»

Ipotenusa: «Ipsen…anche te…dirgli così…non ne avevo idea nella lingua magica può esser tradotto come “ieri ho cagato uno stronzo meno stronzo di te”»

Ipsen: «Ma che razza di lingua avete? Siete i maghi del Bronx?! Senti, davvero, ti richiedo scusa, per favore, prendiamola come un fraintendimento, abbiamo cominciato con il piede sbagliato ma c’è tempo per rimediare…»

Permalossimo Bulletto: «Questo è troppo! Hai vinto una battaglia Ipsen, ma ti sei fatto un nemico pericoloso!» (se ne va a grandi passi)

Ipsen: «Ehi! Mi dispiace, non avevo idea che…oh maledizione!»

(Singhiozzi lontani)

Ipotenusa:«Non ti farai tanti amici se non impari un po’ della cultura magica, ora scusami ma sono indietrissimo con i compiti, fra due ore arriviamo e devo ancora sgozzare sei gattini»

Ipsen: «Che m’importa! Anche se sarò solo, anche se sarò in pericolo, avrò sempre te Scrubby, o mio famiglio dell'ottimismo…»

Scrubby: «Mi hai distrutto la vita. Sei tutto quello che odio»

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