sabato 13 giugno 2009

PALLE DI FUOCO E BACCHETTE D’ACCIAIO #3

(Il treno, dopo la sua magica corsa, giunge finalmente alla stazione dell’università di magia. Due ore di ritardo. Niente rimborso. Perché? Magia!)


Ipotenusa: «Non sei eccitato Ipsen? Ci pensi? Un anno a praticare magia, volare grazie a strani incantesimi, sfidare creature mostruose, stringere sincere amicizie, perdere affetti e vincere le proprie paure e…a che pensi?»

Ipsen: «Che neanche a sto giro si scopa…»

Ipotenusa: «Stai piangendo?»

(Un vocione possente fende l’aria lungo la banchina)

Voce: «Oh! Oh! Oh! Bengiunti nuovi studenti! Bengiunti! Io sono il granitico guardiacaccia delle terre attorno all’università, mi chiamo Giganteggiante Jeffrey, e sarò amico sincero e sgrammaticato aiutate in questa farsaccia!»

Studente: «Sei alto uno e venti, Giganteggiante Jeffrey»

Giganteggiante Jeffrey : «Ti sei appena cuccato un giorno di punizione, ciccio…Quanto a voi! Seguitemi! Giungeremo a castello in barca, attraverso il lago, com’è da tradizione al fine di testare l’infermeria con le prime bronchiti serie…»

Ipsen: «Ma…i nostri bagagli?»

Giganteggiante Jeffrey : «Oh! Oh! Oh! Non preoccuparti giovane amico! Se ne occupano i nostri elfi domestici, creature deliziose e servizievoli che da millenni lavorano per i maghi senza protesta alcuna»

Studente: «Perché hanno le ganasce alle gambe?»

Giganteggiante Jeffrey : «Okay, signorino, due giorni di punizione! E ora, tutti dietro a me! Fate attenzione, il lago la sera può essere un luogo periglioso! Oh! Oh! Oh! Che facce ragazzi! Vi sto prendendo bonariamente in giro…» (più serio) «…non è vero, è realmente pericoloso, dall’acqua escono cose che ti tirano a fondo e ti mangiano da dentro…» (ridendo) «Ahahah! Ci siete cascati di nuovo! Dovreste vedervi!» (sottovoce) «…anche perché probabilmente è l’ultima volta che riuscirete a farlo…»

(Un’ora dopo. Ipsen e compagni arrivano al castello. Acheion è completamente fradicio)

Ipsen: «Dovevi proprio buttarti in acqua?»

Acheio: «E’ stato un incidente! Mi sono sporto…fortunatamente il mio famiglio è corso a salvarmi»

(Tutti guardano il mattone, anch’egli fradicio, piuttosto perplessi)

Giganteggiante Jeffrey : «Oh! Oh! Oh! Non preoccuparti ragazzo, capita a tutti, sei stato un vero spasso! Ahahah!» (scuro in volto) «No, seriamente, sono morti quattro ragazzi, è stata una tragedia…»

(Una nuova voce, seria e tagliente li accoglie in un enorme salone)

Voce: «Benvenuti nella Sala Comune dell’Università, signori! Vi prego di accomodarvi! Io sono la Professoressa Inossidabile e sono soggetta ad una terribile maledizione»

Studente: «Si trasforma in un rospo orribile ogni volta che entra in questa sala?»

Altro Studente: «Ha un cactus infilato su per il culo che si districherà solo alla pensione?»

Professoressa Inossidabile: «No, sono orrendamente severa e gratuitamente sadica con gli alunni»

Studente: «Ma che razza di magia è?»

Professoressa Inossidabile: «La magia è che posseggo anche una memoria fotografica nei confronti degli stronzetti che mi fanno domande»

Studente: «Ma lo sa che vista da qui è affascinantissima?»

Altro Studente: «Come faccio ad annullare la domanda di iscrizione?»

Professoressa Inossidabile: «Bando alla ciance, è ora di cominciare la selezione! Che entri la Barba di Merlino!»

Acheio: «Per la barba di Merlino! La Barba di Merlino!...uhm…è ridondante…»

Ipens: «Di che sta parlando?»

Acheio: «Avevo sentito di una cosa del genere…l’università è divisa in quattro corsi di specializzazione che determinano quattro casate in feroce competizione fra loro. Ogni casata prende il nome di uno dei pessimi attori cinematografici che hanno finanziato la scuola. Sono: La casata Vin Diesel, la casata Steven Seagal, la casata Hugh Jackman e la più prestigiosa e rinomata…quella di Chuck…»

Ipsen: «No!»

Acheio: «Sì, la casa Norris è sempre stata la più prestigiosa. Dicono che dopo due mesi che ci sei dentro iniziano a crescerti, fiorenti, i peli sul petto»

Ipsen: «E cosa diavolo c’entra la barba di Merlino?»

Ipotenusa: «A questo posso rispondere io. Il grande mago Merlino, quando morì, era così impregnato di magia che parti del suo corpo continuarono a vivere di vita propria»

Ipsen: «Stupefacente!»

Ipotenusa: «Mica tanto…le sue caccole hanno fondato una città stato ad ovest di qui praticamente inespugnabile. Fatto sta che la barba venne conservata come una reliquia qui a scuola, il suo potere è di leggere nella mente delle persone e, generalizzando brutalmente, condannarle ad un futuro di stereotipi piuttosto che ad un altro…eccola che arriva!»

(Il robusto e micrognomico Giganteggiante Jeffrey trasporta la barba, con sacrale attenzione, fino al centro della stanza)

Ipotenusa: «E’ così…così…magico!»

Ipsen: «No, Ipotenusa, il tuo sedere, in quei jeans è magico…quella è solo una vecchia barba puzzolente…»

Ipotenusa (arrossendo): «Come sei…uhm…carino Ipsen»

Ipsen: «E’ la verità, baby, cos’è il tessuto che lo allarga oppure è così di natura?»

Ipotenusa: «Zebedeus Constrictor!»

(Lo smistamento prosegue per più di mezz’ora quando…)

Professoressa Inossidabile: «Ipsen!»

Acheio: «Tocca a te Ipsen…vai, muoviti!»

Professoressa Inossidabile: «Ipsen? C’è uno studente che risponde a questo nome?»

Ipsen: «Eccomi!»

Professoressa Inossidabile: «Ah, è una ragazza?»

Ipsen: «No…ho avuto un piccolo problema con i miei…uhm...boccini…»

Professoressa Inossidabile: «Muoviti, ci sono un sacco di ragazzi dopo di te...aspetta un secondo! Quella cicatrice a rebus che hai sulla fronte! Tu sei quel ragazzo! Il ragazzo con l’Anvedi Ke Sola marchiato sulla fronte!»

(Un brusio si leva per tutta la sala. Un uomo con un vistoso turbante di frutta osserva, nell’ombra, tutta la scena)

(Scrittore: «Il personaggio con il turbante di frutta è assolutamente inutile ai fini della storia. Ce l’ho messo per farvi credere che sia fondamentale così che vi possiate porre futili interrogativi sul suo ruolo nel racconto. O forse è importantissimo e sto mentendo. Non lo saprete mai. Mai)

Professoressa Inossidabile (sottovoce): «In realtà non ho la più pallida idea di chi tu sia, volevo solo metterti in imbarazzo davanti a tutti…ora appicciati i peli al viso o ti piazzo le papille gustative dove non vorresti. Indossa la barba, Ipsen, è osserva compiersi il tuo destino»

(Ipsen indossa la barba. Dopo qualche attimo di silenzio, una voce rimbomba nella sua testa)

Barba di Merlino: «Ipsen! Sei qui per essere giudicato secondo quanto riesco a vedere nella tua testa e…un secondo…ma qui è come lo spazio cosmico…è una stella quella lì in fondo? Ah no è l’uscita dell’orecchio…non avevo mai visto una tale mancanza di attitudine in ogni campo…almeno non da quella volta con Paris…bene come tu ben sai io sono obbligato a prendere una decisione. Esistono quattro casate per questo, dopotutto. La casata Vin Diesel, per i tamarri palestrati. La casa Steven Seagal, per i duri inciccioniti. La casata Hugh Jackman, che ospita i malvagi, i falliti e quelli che si fanno crescere le basette. Ed infine la casata Norris…per i puri di cuore, i forti d’animo, i coraggiosi ed i virtuosi, per chi vota repubblicano e pensa che tenere un’arma sotto il cuscino sia il modo migliore per fare in modo che i propri figli non corrano pericoli. Insomma, per coloro che, pur incredibilmente stupidi ed autodistruttivi, bene o male, se la cavano sempre»

Ipsen (fra sé e sé): «Ti prego, barba, ti prego…non Hugh Jackman! Non Hugh Jackman!»

Barba di Merlino: «Non Hugh Jackman, dici? Eppure saresti un fallito perfetto, e le basette ti aiuterebbero con le donne…beh donne cieche o pazze…ma sarebbe già qualcosa…ebbene, Ipsen, dato che non posseggo dati per giudicarti e dato che tu stesso ti sei giudicato, credo che rispetterò la tua decisione. Casata Chuck Norris!»

(Applausi e urla dal tavolo della casata)

Barba di Merlino: «Ipsen, non dimenticarlo mai. Oggi hai forgiato il tuo destino anche grazie a me che ho deciso di fidarmi di te, perché credo che tu sia più di quanto…ehi! Mi hai messo sopra una candela! Brutto idiota bastardo!»

Acheio: «Che sta gridando la barba?»

Ipsen: «E che diavolo ne so? Cose da barbe suppongo»

(Spento l’incendio pilifero e smistati gli ultimi studenti, Ipsen, Hipotermione e Acheion, anch’essi finiti nella casata Norris, siedono in attesa del discorso del preside in persona. Uno scoppio e uno sbuffo di fumo segnalano la sua entrata in scena. Augustus Culo Chiaccherato Stereotipente, vestito con un corsetto e delle calze a rete, avanza precario su tacchi a spillo rosso fuoco)

Stereotipente: «I’m a sweet transvestite from transexual Transilvaniaaaaaa»

(Silenzio)

Stereotipente: «Serata culturale?»

Professoressa Inossidabile: «Martedì prossimo»

Stereotipente: «Due giri di Time Warp?»

Professoressa Inossidabile: «Martedì…»

Stereotipente: «Va bene, va bene…cari studenti! Nuovi arrivati e vecchi amici, è bello vedervi tutti qui oggi! Come sapete i numerosi tagli alla scuola della recente riforma Gelmini non ci permetterebbero di garantire le qualità di studio e le capienza in termine di alunni degli anni scorsi, ma io vi prometto che non ci sarà alcun problema»

(Applausi)

Stereotipente: «Anche perché la metà di voi più che probabilmente morirà entro il semestre»

(Un po’ meno applausi)

Stereotipente: «A proposito di questo, vi indirizzo alla professoressa Auspica Delucidazione, la nostra esperta veggente, nel caso qualcuno di voi senta la necessità di una previsione specifica e dettagliata del giorno della propria morte!»

Professoressa Delucidazione: «Grazie Augustus e, ricordati, fra tre anni, in aprile!»

Stereotipente: «I miei tre analisti saranno lieti di saperlo, Auspica. Ma ora basta con questi formalismi, questa sera dovete solo pensare a riposarvi, a rifocillarvi e a dormire bene, perché da domani vi aspettano i corsi e lo studio» (con un gesto della mano Stereotipente fa comparire su ogni tavolata piatti ricolmi di ogni ben di dio) «Mangiate e state in compagnia! Come sono sempre solito dire, all’inizio di un anno scolastico: pagate quelle cazzo di tasse o vi evocherò le porte dell’inferno sotto il culo mentre dormite! Scherzo, scherzo, quello che sono solito dire è: benvenuti a casa!»

(Applausi. Tutti si gettano, affamati, sul cibo, Stereotipente riprende il microfono al volo)

Stereotipente: «Con il primo boccone avete rinunciato integralmente a qualsiasi azione legale nei confronti della scuola! Bon appetit!»

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